domenica 17 novembre 2013

Non è stato un fiumeinpiena, ma un oceano I politici appaiono puntini piccoli. Un intero popolo occupa Napoli senza violenza


Non è stato un fiumeinpiena, ma un oceano

I politici appaiono puntini piccoli. Un intero popolo occupa Napoli senza violenza


sabato 16 novembre 2013 - 23:59

di Ilaria Puglia Non è stato un fiume in piena, ma un oceano. Un’istanza collettiva, una comunanza di intenti, tutto il Sud. C’era la Terra dei fuochi, ma c’erano anche Taranto, l’Abruzzo, Procida, Ischia, la Calabria, la pace e il disarmo. C’erano gli attivisti di Greenpeace per la liberazione di Christian, c’erano i NoTav e i No Muos. 537336_10201919917912699_1386981601_nC’erano tutte le richieste di un’Italia pulita, che chiede di vedere soltanto rispettati i propri diritti, mentre rispetta i suoi doveri ogni giorno. Venivano da Arzano, Caivano, Orta di Atella, Succivo, da Frattaminore, Frattamaggiore, Cardito, ma anche da Bagnoli, dalle Marche, dal vesuviano, dal Molise, dal Lazio e dalla Liguria.
Non è stata una manifestazione della Campania, ma un urlo silenzioso e corale. Erano di ogni età, dignitosi, colorati, erano belli, perché responsabili, consapevoli.
Ecco, oggi è scesa in piazza la responsabilità, la responsabilizzazione. Le persone che hanno sfidato la pioggia battente e i piedi bagnati fin nei calzini, e il freddo dell’umidità addosso, sono quelle che non hanno avuto il coraggio di far finta di niente, che si sono voluti sentire parte di un tutto, accettare il richiamo di centinaia di morti che gridano vendetta, raccogliere l’invito a contarsi: erano la parte buona dell’Italia, quella che pure se finora ha chiuso gli occhi, da oggi ha deciso di non farlo più.
Ed erano tanti, tantissimi, talmente tanti che mentre la testa del corteo arrivava a piazza Plebiscito, la coda era ancora a piazza Nicola Amore. E questo nonostante la pioggia che, anzi, è servita ad ingrossare la piena.
Qualche politico era presente in piazza, in via riservata, mescolato tra la gente, quelli che i cittadini dell’Italia migliore reputano i principali responsabili del biocidio, però, no. Antonio Rastrelli, Guido Bertolaso, Antonio Bassolino, Umberto Improta, Corrado Catenacci, Alessandro Pansa, Gianni De Gennaro, erano solo volti su un cartello: colpevoli di biocidio. Come non c’erano Caldoro, la Nugnes, Romano, la Lorenzin, Orlando e la De Girolamo.
La domanda che dovrebbero farsi questi grandi assenti, a guardare le immagini della piena che ha riempito la città, oggi, è “come siamo arrivati a questo? Come abbiamo fatto ad allontanarci così?”. E, soprattutto, “come uscirne? Come riconquistare il ruolo politico, di una politica che non c’è più?”. Perché è vero che da oggi nulla sarà più come prima. È vero, come ha detto padre Maurizio, che oggi si è messo un punto e si va accapo.
Fiumeinpiena è nato da ragazzi, studenti, e poi le fila del movimento si sono ingrossate a poco a poco. In esso sono confluiti tutti i movimenti, i comitati, centinaia di istanze. E il bagaglio di ciascuno è stato messo in comune con quello dell’altro, ci si è dati un’organizzazione capillare, ci si è divisi le competenze e i compiti, si sono sacrificati pomeriggi con gli amici, serate con mogli e fidanzate, lavoro, soldi, e si è avuto un risultato così.
La gente buona, quella migliore, è scesa in piazza per chiedere aiuto, per dire “io ci sono, da oggi guardo, vedo, vigilo, non sto più in silenzio”. Per chiedere a chi la governa di accorgersi che la salute è preziosa, che l’ambiente è prezioso, che ciò che perdiamo oggi e che abbiamo perso in vent’anni di rifiuti tossici non tornerà mai più. Ma che si può cambiare, si può.
I politici che oggi non erano in piazza sono ormai puntini lontani, fuori dal ritmo del tempo di questa parte buona dell’Italia che oggi ha straripato. Siamo a un nuovo livello della politica: non sono più in discussione Caldoro, de Magistris, Bassolino, ma l’essenza stessa della rappresentatività democratica così come è concepita. Il popolo che oggi ha riempito le strade del centro non si fida più di nessuno e diventa egli stesso potere. Ogni striscione rappresentava un comitato e ogni comitato sembrava essere un deputato che ha finalmente riacquistato quella nobiltà di funzione, quella rappresentatività istituzionale macchiata da anni di ruberie, inganni, tresche sugli appalti e complicità camorristiche.
Fiumeinpiena rappresenta uno spartiacque. Da oggi si governerà sapendo che un intero popolo occupa Napoli senza un filo di violenza, senza un petardo, ma lo occupa per essere egli stesso potere. Lo occupa proponendo un documento in dieci punti frutto di un confronto tra istanze diverse, un documento che non ha nulla di irrealistico o rivoluzionario, ma che, anzi, chiede di attuare leggi che già ci sono, rifuggendo leggi speciali, trattamenti di emergenza, militarizzazione del territorio. Un popolo che dice “resteremo in piazza finché non sarà data attuazione alle nostre proposte, che sono qui, nero su bianco”.
C’è ancora spazio per voi deputati campani, alla luce di queste considerazioni? Pensateci, perché davvero state per essere travolti da una benefica rivoluzione di speranza. Da un fiumeinpiena che non si fermerà. Nonostante la pioggia. Eppure un modo c’è ancora, deve esserci. La volontà di fare, di salvare una terra ormai al collasso. Si può fare tutti insieme, politici e cittadini. Ma si deve iniziare da qualche parte. Dal 16 novembre. Da qui.

fonte http://www.paralleloquarantuno.com/2013/11/16/non-e-stato-un-fiumeinpiena-ma-un-oceano/

Nessun commento: