martedì 26 maggio 2015

"SINISTRA" sinistra



Ero in Grecia, ad Atene, quando SYRIZA trionfando alle elezioni diffuse una speranza in tutta Europa. Tornando in Italia fui uno di quei “portatori sani” di entusiasmo, per così dire; testimone di un’esperienza che aveva molto da istruirci sulla fase politica attuale e sulle soluzioni “per un’uscita a sinistra dalla crisi”, come si suol dire, e che io volevo raccontare lucidamente trasmettendo sì fiducia, ma senza faciloneria. 
Appena tornato in patria però, mi sono subito accorto dell’anomala differenza di prospettive che si aveva sui medesimi fenomeni: per esempio qui non si parlava altro che di Tsipras, mentre in Grecia l’attenzione era tutta per SYRIZA, rivolta al movimento in sé e non tanto alla leadership. “Alexis è uno dei tanti”, ci facevano capire i compagni greci, che hanno costruito negli anni attraverso le lotte e le pratiche questa nuova realtà, e non l’uomo della Provvidenza, come vuole sembrare Renzi in Italia; tant’è che il duce fiorentino non ha perso tempo e subito ci ha tenuto a mostrarsi agli occhi dei suoi sudditi come l’omologo italiano del neoeletto premier greco. Ed ecco che davanti agli occhi mi scorre in breve tutta la storia della nostra nazione, dalla sua fondazione a oggi, fatta più che altro (o per lo meno così è raccontata sui libri) di personaggi straordinari che hanno rivestito il ruolo di protagonisti; come se l’unificazione (la conquista), la rivoluzione (la dittatura), la Liberazione (la rivoluzione) e infine la democrazia (un’altra dittatura) fossero state merito di quegli unici artefici degni di essere ricordati con una lastra di marmo e qualche via qua e là sparse per le città italiane. Come se la storia la facesse l’Uomo e non gli uomini (e le donne!) che nelle condizioni in cui erano hanno vissuto, patito, desiderato, combattuto, perché questi sono gli esseri umani è questa è la società fin qui conosciuta. Siamo sempre quel paese clericale, egemonizzato dalla cultura cattolica, che crede nei martiri e nei cristi mandati dalla Provvidenza a salvare un mondo di peccatori, per mezzo dell’intercessione divina! 


Ecco, cosa ci vorrebbe per ricostruire la Sinistra in Italia: una manna dal cielo e un segno del Destino per capire qual è la strada da seguire! Solo che questa gente della Sinistra, confusa e devota a un tempo, accecata dal culto dei santi, attaccata alle icone del passato, spesso pretende di rifarsi ad un'altra cultura, ad un'altra storia.


Così il motto diventa: “Addà venì Baffone!”. Civati, Vendola, Landini, Tsipras, Stalin, Mao, Fidel e chi più ne ha più ne metta. Il punto è che ci vorrebbe sempre uno come uno di loro, a raccogliere le sorti di una realtà decadente e guidarla all’ascesi verso nuovi orizzonti, che vedano venire alla luce un movimento, partito, o che ne so, della sinistra italiana!

Ma che poi… Qual è questa presunta “sinistra”? Che vuol dire essere di “sinistra”? Partiti, partitini, partitucoli, satelliti, meteore della scena politica; movimenti (della bile); attivisti (e passivisti per parità); comuni… “cittadini”? Chi sono questi?! Che razza di gente è questa?! E soprattutto… Che diavolo ha in testa?!
Ci siamo mai fermati, almeno nell’ultimo decennio, almeno per un istante, a chiederci: qual è l’attuale fase storica e qual è il nostro ruolo… di comunisti?


Eh sì, perché la Sinistra non la fai senza i comunisti! Senza i comunisti puoi fare la Democrazia Cristiana; tanto la storia è la stessa di prima! Puoi fare il chierichetto dentro al partito-nazione, per poi pretendere di uscirne pulito quando sei stufo di impastare le ostie e non ti fanno bere neanche un goccio di vino, ma puzzi ancora di incenso; stracciarsi la tonaca non serve: non è che ancora ti ricrescono i capelli in cima e già lanci un nuovo soggetto politico alternativo alle logiche che fino a ieri hanno “penetrato” il tuo spirito – e soltanto quello, se ti è andata bene.
I comunisti sono essenziali per fare proseliti pure negli oratòri, ma soprattutto per le strade, tra i figli di operai e le puttane, i cani randagi e i barboni! Essi intuiscono la realtà; la interpretano, la organizzano, e la rendono percepibile dalla classe sociale di cui sono espressione, trasformandola in una macchina da guerra contro l’ingiustizia del capitale, contro il furto della proprietà privata.


Ebbene qualunque realtà che ambisca a rappresentare gli interessi economici e sociali dei più deboli, per quanto grande la si possa pensare, non ha senso chiamarla “Sinistra” se non sono i comunisti, quella sua parte infinitesimale, a determinarne in maniera decisiva gli orientamenti! Per questo abbiamo bisogno di studiare e applicarci per diventare ovunque egemoni. Per questo abbiamo bisogno di un partito che sia espressione della nostra attività e che la regoli e la disciplini, massimizzandone l’efficacia! Per questo abbiamo bisogno di ridiscutere noi stessi e le identità senza sosta! 


Davvero abbiamo bisogno di questo, e non di una comunità di genuflessi, a fare l’elemosina col cappello in mano ripetendo parole vuote, per ingraziarsi il fantoccio di turno, a sperare che la Verità ci pervada dall’alto e magari ci mandi… l’ennesimo messia!






GIACOMO KATANGA