domenica 31 dicembre 2017

Da uomini liberi

Crolleranno d’improvviso
avvertiranno nuove sensazioni
e da uomini liberi occuperemo
un’altra stella, tratteremo con il cielo;
e da uomini liberi pregheremo
su un cuore di ghisa attorniati da fantasmi.

Crolleremo d’improvviso
sentiremo vibrare i sensi,  dei bimbi le urla
e da uomini liberi pretenderemo
la coda  funebre per tutti i delitti;
e da uomini liberi mangeremo
nello stesso piatto gli avanzi rubati.

Crolleranno d’improvviso
mentre tra le braccia terremo la loro testa
e da uomini liberi chiederemo perdono
alla felicità per averla accantonata, sciolta;
e da uomini liberi perseguiremo
i nostri migliori amici, il nostro talento.

Crolleremo d’improvviso
nel sentire il rumore dell’agguato
e da uomini liberi spareremo tre colpi
in aria, due a terra, l’ultimo ad altezza uomo;
e da uomini liberi sceglieremo
la tomba più al sole, meno viva, meno in vista.

Da  uomini liberi non conosceremo i veri nemici
da uomini liberi viaggeremo con lo stesso collare
dentro lo stesso schizzo, dentro gli stessi colori.

( Antonio Recanatini)


venerdì 29 dicembre 2017

Se non ci fossi stata tu

Se non ci fossi stata tu
girerei ancora a vuoto,
ogni carta
giocata sarebbe andata in fumo

ogni paura
gioirebbe nel vedermi sepolto.

Il giorno smonterebbe la scena madre
prima della notte
e lo spirito scivolerebbe
nel baratro accaparrato
per tenermi in vita.

Se non ci fossi stata tu
non conoscerei
la gioia del ritorno
il ronzio della passione
il morbido impatto con le tue guance.

Il tempo con te è stato già scritto e copiato
siamo protagonisti
mentre la storia scorre,
mentre confondi le giornate di sole con
il vento.

Se non ci fossi stata tu
a scalciare le trappole
a ridipingere l’altra faccia rimasta sospesa
forse non pretenderei il disperso
il negato.

Rimarrei a
contare sulla disponibilità dei buoni
le amare consolazioni darebbero spettacolo.
Se non ci fossi stata tu
a contenere le mie pene
a colorare le stanze nude
io  camminerei nel buio
ancora ad occhi chiusi

(Antonio Recanatini)

sabato 2 dicembre 2017

Lenin, Stalin e Bolscevismo sano


Girando  i vari canali e leggendo le varie forzatura, ho intrappolato nella mente la suddetta locuzione "Bolscevismo sano". Mi preme dire a questi signorini che la storia non è una leggenda, non un fumetto e neanche un film cinemascope. Attraversare certi periodi storici senza un antisettico, una propria formazione, si diventa facili prede di ciò che non è mai stato dimostrato, ma ampiamente e smisuratamente accusato, denunciato dalle menti folli del revisionismo.
Dislocare l'opera di Stalin nella tomba degli ideali è stato un lavoro di fino, ma talmente rappezzato e talmente bugiardo, che lo stesso desiderio di parlarne s'annacqua per non ridicolizzare i discepoli di Woodstock e dei film in bianco e nero western.
Oggi c'è l'opportunità di girare sul web, basta essere leggermente attenti, basta collocare l'esigenza di saperne sopra alla convinzione di poter parlare di storia attraverso storici malsani o per sentito dire.
Non sta a me convincere, del resto i fatti di un tempo dovrebbero accendere discorsi culturali e non il proselitismo stantio, ormai fuori tempo.
L'opportunismo ha lasciato un'impronta indelebile in questa nazione, l'opportunismo ha una sua fonte, si chiama: Revisionismo.

(Antonio Recanatini)

la verità indiscutibile

Chi trova un'assoluta contraddizione tra la via di Lenin e la politica di Stalin non coglie l'unità del processo storico, e sostituisce alla frammentazione delle idee, che deriva dall'assolutizzazione di un momento dialettico, la morale astratta come criterio della sintesi, anteponendo alla valutazione storica obiettiva, che coglie l'identità del positivo-astratto con la differenza del momento negativo-dialettico nell'assoluto del processo quale autoprocesso, la riproduzione astratta del paradigma interpretativo dell'ideologia dominante e reazionaria.
In poche parole, chi fa questo di storia e di marxismo non ha capito un cazzo!

(Giacomo De Fanis)

giovedì 30 novembre 2017

Bancarotta fraudolenta di casa nostra

Un signore un po' stonato, gravemente malato di soldi e potere, apre una ditta di abbigliamento. Rimane aperto un anno, prende dai fornitori e non paga gli ultimi corposi arrivi, chiude per fallimento. Dal fallimento il giudice trae la sacrosanta bancarotta fraudolenta. Un anno di detenzione ed esce. Non può intestarsi nulla, non può aprire un conto, non può firmare niente perché la sua firma non vale. Anche la moglie ha chiesto preventivamente il divorzio.
Dopo due mesi, riapre una ditta a nome del figlio, a capo c'è sempre il padre fraudolento e la moglie preventivamente divorziata, con un bel gruzzolo messo via dopo non aver pagato le ultime tasse e i fornitori.
Il conto corrente è intestato alla moglie divorziata, insieme fanno bingo e insieme costruiscono il mondo degli onesti e dei rispettabili.
Passa il tempo e va in malora anche il figlio. Stessa fine, 6 mesi in carcere, 10 mesi agli arresti domiciliari. Anch'egli non potrà intestarsi più uno spillo, forse neanche firmare il certificato di giustificazione del figlio, ma il cugino aprirà un'altra azienda.
I cugini prestanome aiutano spesso le famiglie in difficoltà
Stessa sorte, prestiti, nuovo locale, una montagna di nuovi arrivi: pronti via!
A capo c'è sempre quel padre e come aiuto capo, sempre il figlio, ma non risultano sulla carta, come non risulta illecita la montagna di soldi sul conto della moglie.
Ormai sono ricchi e possono anche permettersi di sbattere il lusso in faccia alla povertà. Per la legge sono soltanto fraudolenti,
A nome del Belpaese di merda in cui viviamo!
Non è finita. Chi difende il buon nome della famiglia? Gente che dipende e, soprattutto, gente che per molto meno è stata condannata ad anni e anni di prigionia.
Sempre a nome del Belpaese di merda in cui viviamo, che difende l'alto reddito e condanna duramente la povertà.
E' tempo di cannoni, disse il gigante senza armi 

Bambole gonfiabili

Daniela Santanché, questa volta scomodo anche le maiuscole per scrivere il suo nome, è stata insultata, l'hanno chiamata puttana. A parte il fatto che potrebbe essere scambiata più per una bambola gonfiabile, se proprio vogliamo trovarle una gemella come aggettivo; ma perché chiamarla Puttana?
Le prostitute hanno attenuato le fobie di milioni di uomini, allietato le serate dei lavoratori, abbassando le tariffe e concedendo sconti.
Perché paragonare costei a una puttana? E soprattutto perché risulta un insulto "Puttana"?
Evidentemente, quando di sera uscite da casa, mettete degli occhiali scuri, ma molto scuri poiché riescono a nascondere i bordi delle strade, i marciapiedi.
Evidentemente sfugge a tutti che la prostituzione svetta tra i lavori femminili, specie tra le straniere e soprattutto le immigrate.
La prostituzione non è solo schiavitù, spesso è un salvataggio in calcio d'angolo, una fonte di reddito che ha permesso a molte persone di crescere.
La professione più antica del mondo, quando s'imborghesisce si chiama: escort, accompagnatrice, dama di compagnia, , a volte massaggiatrici professioniste..
Puttana è un epiteto dequalificante, un dispregiativo da usare con cautela, altrimenti dovremmo parlare di una generazione di puttanieri, di smercio dei corpi, di tratta e di sesso e prestazioni.
Tutto quel che l'italietta finanzia e consuma di nascosto, poi la ritratta, la dimentica nel salvadanaio da riempire, per un nuovo giro di giostra.
Vada per bambola gonfiabile, le puttane hanno un'anima.


domenica 12 febbraio 2017

Festa risorgimentale (1986)

Modelle e modellini sparsi,
vestiti lunghi, stucchevoli, abominevoli.
Rossetti in bella vista e oro di contorno, 
la bella società riesce a far ribrezzo
anche quando tace e si nasconde.
Gira un prete in sala, insieme al suo discepolo.
Il futuro va plasmato, il ricco non può morire.
La Festa risorgimentale porta la corona,
circola nell’avidità, non reprime il vizio,
perché il suo è dedizione, passione.
L’onore accoglie il principino dentro un salone.
Il fetore ha il prezzo di un profumo,
poco rimane di ciò che non ha senso
come qualsiasi discorso inutile,
di uomini inutili, insensati, da odiare.
Roviniamo la festa risorgimentale,
rendiamola schiava della verità.