giovedì 29 maggio 2014

Il compagno traditore

“Non abbandonar la lotta compagno sputtanato
dalla lingua ribelle e dal peso compassato,
affronta le spie e seppellisci i maniaci, appassionati
perché è lunga e anonima la ferita degli addolorati.
Corri nel vento e infanga la memoria inventata,
corri sul tetto e prova a volar sopra la storia copiata
ai bordi della paura, al primo piano, vicino al sapere,
e dal gradino più alto, svettino le amate bandiere.
Mentre passa la bara a intonacar d'angoscia infedele
vige la perfida mania di affondar vittorie e vele,
non abbandonar la lotta compagno scostumato
dai toni focosi e dal portamento sfrenato,
abulico e stanco”.

Dovrei essere il più alto tra i giganti, il più piccolo tra i nani
Restituisci mille tonnellate d'oro alla povertà,
perché non esiste peggior nemico della tua viltà.
Non abbandonar la lotta compagno peccatore
gli eroi diversi varranno un solo adulatore,
svuoteremo le tasche dopo la tempesta a est
mentre continueremo a sognare che bruci l'ovest.
L'affannosa ricerca non coesiste con l'inganno,
l'affannosa ricerca non ammette di indietreggiare,
allora presto, abbandona la lotta, compagno traditore
non di solo cuore, amore, more e ore
si dipinge la poesia e se non è la preferita,
allontanati di spalle, non voglio guardarti,
la tua assenza è una nuova speranza.



mercoledì 28 maggio 2014

Zio Gino show

Per quale cazzo di motivo gli italiani devono interessarsi della strage di Brescia? per qualche cazzo di motivo dovrebbero occuparsi degli assassinii in Ucraina?  forse voi non lo sapete, ma tra pochi giorni inizia il mondiale..... questo è un problema, non le cazzate che vi inventate!

sabato 10 maggio 2014

Napoletani pericolosi

Per molti, Saviano in primis, Napoli è un covo di camorristi e Scampia una specie di latrina di cui sparlare, causa di disdegno, causa di ogni male. Napoli è in prima pagina comunque e i napoletani  dipinti da pittori senza arte. Gli epiteti più infami  sono  "Vesuvio, lavali con il fuoco e Napoli, fogna d'Italia", 
La storia parla chiaro, basta aprire qualsiasi volume sull'Italia risorgimentale e leggere di un saccheggiò epocale, una strage sottaciuta e tenuta nascosta tra le vergogne di questo paese. Gli occupanti piemontesi uccisero duemila borboni, ne imprigionarono cinquemila, ma le cifre non rendono giustizia e la storia è stata consumata per parlare dell'infamante risorgimento italico.
Quella Napoli da lavare con la lava, subì anche un'altra beffa, perché i lavori per la ricostruzione vennero affidati ai piemontesi e ai milanesi, con le tasse aggiunte sulla testa dei napoletani, ormai decimati.
Seguirono molte battaglie, molto perdite, il nord derubò il sud di ogni ricchezza e svendette i beni demaniali. Questa si chiama  storia, non cronaca, ma difficilmente qualcuno osa riesumarla. 
I primi partigiani furono i briganti che lottarono per l'autonomia del sud, quelli che la storia definisce cattivi e perdenti.
Oggi lo scenario non è cambiato, Napoli e  la Campania vengono usati come pattumiera di rifiuti tossici, provenienti dal ricco nord, con i soldi derubati al sud. Napoli subisce da secoli, eppure pare che il nord subisca, forse a molti, troppi, conviene puntare il dito verso Genny o pazz. 
Il nord vorrebbe una pulizia etnica,  quella non riuscì completamente ai piemontesi. 
Io non sono napoletano e i napoletani non hanno bisogno di una difesa d'ufficio, neanche di intellettuali prezzolati, infatti la denigrazione continua punta, ancora una volta, a  distorcere la realtà dei fatti. Napoli è abitata da quasi un milione di persone, a questa cifra dovrebbero essere aggiunti i clandestini che, gira e rigira, trovano rifugio nel calore di un popolo mai stanco di amare. Un milione di camorristi?
A leggere la stampa, quasi quasi, sembra che l'idiota che ha sparato fuori dallo stadio sia meno pericoloso di Genny o pazz e che un ferito napoletano non meriti molta attenzione, del resto, quando a colpire sono i fascisti, la giustizia chiude sempre un occhio. Sia chiaro, non è un'accusa, è solo la storia che parla.
Se permette aggiungo a questa triste e lugubre istantanea una carezza spontanea al popolo napoletano, vittima di un complotto incosciente, vittima dei danni perpetrati negli anni da onorevoli svenduti e dal disegno ardimentoso del nord. Napoli sei l'orgoglio d'Italia.

(Antonio Recanatini)

sabato 3 maggio 2014

L'identità


L'identità

È una questione di identità travisata, rivista, confezionata a proprio modo, nella convinzione di rappresentare il mondo. L'identità è roba seria, spesso gli uomini passano la vita intera a cercarla, molti la modellano intorno alle circostanze, altri vagano nel buio e abbandonano per improvviso calo della capacità introspettiva. Abbiamo perso tutti qualcosa, abbiamo percorso strade virtuose e incespicato nei pressi della cruda realtà, siamo naviganti senza meta, spersi in un oceano di promesse farlocche. L'identità di un popolo confuso e imbracato dalla tv,  non lascia scampo alle improvvisazioni, al talento, al semplice e normale contraddittorio. Noi siamo i colpevoli e noi siamo quelli che assisteranno infelici all'abbattimento e sepoltura di una rabbia, già repressa, abbondantemente. La confusione regna incontrastata e sola, senza ragione o intelletto libero di  fissare una stupida classifica delle necessità impellenti. Sono entrati nell'olimpo del linguaggio comune parole innovative,  tipo crisi ed europa, oltre ai mondiali in Brasile e qualche altro milionario da applaudire. La domanda "come stai?" ormai rientra nelle provocazioni di una vita vissuta, perché il  paragone tra identità e realtà di fatto, ferisce.
Semmai questa nazione potesse vantare un periodo storico glorioso, sappiate che molti non lo ricordano, semmai potessimo scegliere un mito su cui cullare i sogni dovremmo sfogliare libri, quelli che molto spesso mancano, più per pigrizia che per necessità. La percezione contraddittoria della società ha posto basi solide sull'ipocrisia, disperdendo il concetto di identità e risanando la retorica della rinascita improvvisa. Se proprio vogliamo parlare di retorica, svendere identità e  principi è il primo vero suicido, la morte rimandata diventerà semplice formalità, non vita. Sarà una guerra tra maschere, perciò  aspettatevi il peggio


(Antonio Recanatini)