lunedì 7 settembre 2015

L'amore dannato

Chiudimi la porta e allontanami
spingimi via, così come ti viene.
Toglimi il saluto, toglimi lo sguardo
non leggere più le mie parole,
non rispondere più quando ti chiamo.
Sparami come ti riesce meglio
cospargi di benzina ogni mia idea
e accendi quel fiammifero risparmiato,
rilancia le tue occhiatacce e urtami.
Giura sulla tua inquietudine, sul tuo odio
e ripetimi ancora che vuoi partire,
che questo amore non funziona
che non funzionano più i lamenti.
Abbandonami per strada sotto il diluvio
perdimi e mostrami la tua decisione,
dammi le tue ragioni e dimmi
"da domani non voglio nemmeno
sapere che esisti o che respiri da re".
Ma lasciami le medicine sul comodino
e lascia un po' di disordine in giro,
il bicchiere di vino appena assaggiato e
il pane morsicato e le briciole sotto il tavolo,
Non chiudere la porta dello stanzino e
di notte, se piove, se fuori c'è la guerra
fammi sentire che sei rientrata.
Non abbassare le serrande e
non chiudere le tende, mi basta l'ombra,
mi basta un soffio per sapere del tuo amore.


(Antonio Recanatini)

martedì 1 settembre 2015

Un castello di smanie di Antonio Recanatini

Entra in questo mio castello, l'avevo messo da parte per te.
Entra e vedrai,  i fiori ci accoglieranno all'entrata
stringimi la mano.
Nell'angolo di una sala ci saranno dieci cantanti a rigar il cuore 
e cento poeti a dedicare strofe,  verranno anche dei gatti,
seguimi e ascolta, seguimi e sorridi, seguimi e amami.
Ho comprato del vino,  andremo  a bagnar il piacere.
Di là  ci sono  due guardie dipinte e un blasfemo a ritmare il passo di danza,
chiameremo le comparse e qui diventeranno attori,
nella stanza dopo c'è un quadro scuro che non sa di niente
nelle pareti vedrai  le mie parole dedicate a te.
"Volerei se tu volassi, piangerei se tu piangessi,
la tua forma è  un'ombra delicata sopra l'anima
accenderai  tutte le luci del cuore, sarai l'unica regina".
Adesso sali sopra con me, corriamo, corriamo, mio amor
qui c'è l'angolo della disfatta, ci sono crisantemi e vecchi armadi,
qualche volta sono venuto qui quando mancavi, quando ferivi.
Senti queste chitarre? Sono dei  gitani che ho invitato per l'evento
son venuti con  le loro donne a ballare, hanno  le gonne lunghe e i nastri nei capelli,
l'odore che senti proviene dal pesco che vive in giardino.
Vieni voglio mostrarti la stanza affianco,  tienimi la mano,
qui vedrai le barche affondate e tante anime in cerca di destinazione
tanti figli rimasti impigliati, tu mi aiuterai a liberarli e ai loro bambini
insegneremo i giochi che tu stessa inventavi, perché sapevi che nulla scende dal cielo.
Vieni, seguimi ancora, ancora amore mio e stringiti a me
lascia passare questi ladri, hanno le sacche piene di doni e cibo
saranno distribuiti a chi ne ha bisogno e guai a chi disente, a chi obietta.
Lassù ho lasciato la parte di cuore mancante e me ne scuso, amore mio
non sono mai stato troppo sano,   è stata la vita a tenerlo occupato,
è stata la vita ad averlo consumato, mancava  uno stregone a cui rivolgersi.
Dietro quella porta chiusa, invece,  sono rimaste le buone idee e i buoni propositi
qualcuno li ha imprigionati, qualcuno ha deciso di rinchiuderli per sfinirli, deturparli;
con te voglio cercare le chiavi, voglio sfondare quel muro e farli lievitare nell'aria.
Entra qui, c'è un mare intero per i pesci venuti a galla, stanno facendo festa
credevano di morire e adesso sperano, come se morire e sperare non avessero
lo stesso urlo, la stessa perdita, la stessa fine; come se non bastasse un altro oceano.
Vieni, non fermarti, vieni a vedere quanti vecchi stanno ricordando l'amore della vita
la fortuna d'essere nati, di poter raccontare e sognare d'esser stato un altro, guardali
non hanno i capelli bianchi, non hanno rughe e ridono di cuore, parlano di cuore.
Sali, sali con me, sopra c'è una  cartomante, nessuno racconta il falso meglio di  lei
vengono in molti a trovarla e lei regala a tutti un futuro luminoso, un amore e dei gadget;
nel salone a fianco ci sono cinque contadini che controllano il raccolto e sbraitano sempre.
Questa stanza azzurra è il luogo dove si perdono gli amori, dove spariscono i sogni e
rimane solo un'amarezza, non si curano i dolori, ma molti credono sia il posto giusto
ci sono solo fiori appassiti e piante morte, alberi falciati e rami secchi come la noia.
Qui, il nostro amore è di troppo, loro hanno un dio con cui studiare la nuova guerra,
a noi rimane solo il tempo di amarci, non possiamo perderci in questo spreco.
Passeremo sul balcone la notte, c'è una prato immenso e foglie cadute a caso
sopra, in  alto, stelle filanti e fumo rosso a disegnare nuove forme di vita;
dormiremo sulla neve, non sentirai mai freddo con me,
non ti sentirai mai appagata; avvolgimi,  non val la pena morire.