mercoledì 22 luglio 2015

Fascisti di cosa nostra e pennivendoli antirazzisti

I pennivendoli ben oliati dal conservatorismo repubblichino, calcano la mano sugli ultimi episodi di intolleranza verificatisi in Sardegna e nel Lazio. Leggendo è impossibile non provare sdegno e vergogna per certi idioti che applaudono quando un pullman di immigrati se ne va; impossibile non provare vergogna e sdegno immaginando altri cretini che vogliono lo sgombero di uno stabile, appena occupato dai rifugiati. Vengono intervistati gli autori dello scempio, farfugliano motivazioni strampalate per giustificare i loro "nobili" gesti. I pennivendoli tracciano anche un identikit del perfetto razzista di periferia, di colui infanga il valore e l’immensità del popolo italiano. Aggiungono perfino delle "preposizioni" psicologiche, come la paura del diverso, l’innato razzismo degli italiani; mi è capitato di leggere paragoni con i focolai razzisti di moda in tutta Europa, (mai con gli Usa, in quei posti il razzismo non esiste). Sorrido, rido, prendo aria, del resto con questo caldo è quasi impossibile intentare una rivolta personale, tutto merito della tv che "focalizza i focolai", non le stragi consumate a largo, non il genocidio di africani, non gli epiteti razzisti pronunciati dai fascisti europei, compresa la lega, specie se appoggiano governi della pseudo sinistra truffaldina. Si sta giocando sporco sulla pelle degli altri, si sta giocando una partita infame e bastarda come tutti i confronti di questo tipo, la rabbia del popolo solleticata a dovere potrebbe far di peggio. No, signor miei, l’Europa razzista va giudicata dal comportamento delle istituzioni, dal numero dei morti e dei dispersi in mare, dal numero di barche mai arrivate, dallo sprezzo dei governi, dall’informazione bacata, dagli intellettuali svenduti. Bravi, avete dimostrato che il razzismo è una piaga sociale, non un comportamento dei regimi, avete scagionato i colpevoli e incastrato il popolino servitore; si chiama manipolazione di massa in certi posti, voi chiamatela ignoranza storica. Io non credo nell’odio della gente verso gli immigrati, io non credo nel razzismo dei bassifondi, quella si chiama guerra tra poveri. Io credo che i pennivendoli pagati per spostare l’attenzione, pagati per deviare la mira, dovrebbero diventare bersagli di chiunque abbia un po’ cuore da sacrificare.