mercoledì 17 dicembre 2014

Roberto Benigni: che recitò Dante e finì nel girone dei bugiardi di Barbara Tampieri




“Sono europeista da prima di Carlo Magno, ma l’euro è una moneta senza stato. Ci sono 28 paesi ognuno con un suo punto di vista. Di peggio c’è solo la sede del PD. Se ognuno si libera dalle sue piccole cose e cede sovranità riusciamo a farla questa Europa. Non è uno scambio di regole ma di sogni. E questa è l’unica cosa che ci garantisce la pace”. (Roberto Benigni, 16 settembre 2014, I E.R.)

Siccome ce lo chiede l'E.U.R.O.P.A. (E' Una Ributtante Operazione di Propaganda Antidemocratica) la serata televisiva di martedì ha visto l'esordio dei talk show gemelli, un'apparizione più inquietante delle morticine di "Shining". Un vero scontro di Titanic tra mozzi: il ridanciano e il vicesostitutoportiere.
Repubblica, con un delirante autopompino, descrive la propaganda piddina a reti unificate "la fusione calda dei talk show e un dramma per i telespettatori", riferendosi all'oggettiva impossibilità del piddino modello base di poterli guardare tutti e due allo stesso tempo senza zappettare disperatamente tra la Rai e La7. Un dramma, capite? Strano la chiamino fusione e non scissione, visto che si parla di schizofrenia.

Io, più cinicamente, trovo la bizzarra operazione null'altro che il tentativo di occupazione sistematica delle frequenze, come in quei film di alien invasion dove sui monitor, uno dopo l'altro, scompare il segnale, sostituito dal medesimo messaggio minaccioso extraterrestre. 
Ho già annunciato che quest'anno i talk show in blocco se li ciuccierà chi non ha ancora completato la Cura Ludovico e ha bisogno ancora di una ripassata al limite di sopportazione umana. Io ho già dato, basta.
Tuttavia, visto che  la mia timeline di Twitter era un unico grido angosciato di fronte alle cose che sono state dette durante le suddette trasmissioni, dedicherò appena una pennellata, un ritocchino, ad un personaggio di cui già mi sono occupata in occasione della sua trasmissione sulla Costituzione.
Lo spunto ed il personaggio mi servono per dimostrare ancora una volta che chi afferma che questanonèverasinistra si sbaglia. E' sinistra e di quella bona. Essi vivono.

Vedete, Robertino è l'archetipo del comunista e della sua parabola storica. Di colui che, perduto il punto di riferimento dell'URSS, lo ha sostituito egregiamente con l'ordoliberismo montante, senza nemmeno per un momento soffermarsi ad osservare l'enorme, oscena contraddizione insita nella propria scelta.
Mi dicevano, perché non l'ho visto, che Benigni è apparso benedicente ed auspicante l'ulteriore perdita di sovranità in favore dell'Europa, con il vicesostitutoportiere che per poco non cade in ginocchio e gli bacia il lembo del mantello. Euro ti voglio bene. Peccato non possa prenderselo in braccio come un pupo, il feticcio orostellato, l'euromostriciattolo. Per i forti di stomaco qui c'è il filmato del marchettone doppio carpiato con avvitamento tra il finto intervistatore e  il toscanaccio (il toscanaccio in oggetto, non "quello là"), con atroce decapitazione in diretta della dignità.
E' successo nella stessa trasmissione dove sono apparsi anche Romano Prodi ed Eugenio Scalfari, immaginando cosa possano aver detto anch'essi su Europa, suicidio ed autorazzismo.
Una Salò al completo, dai gerarchi ai guitti con il motto "Trent'anni di lecchinaggio e non abbiamo mai perso un culo".
A sentire i commenti sui social non si registravano tanti conati di vomito nei telespettatori dai tempi del capolavoro pasoliniano con lo stesso nome,  o almeno in coloro che hanno conservato un barlume di lucidità critica di fronte al medium televisivo. Una nota di ottimismo: questi pare siano i dati di ascolto della serata. Backfire.

Tornando a Robertino. Qualcosa dev'essere successo tra l'era del Mario Cioni e quella dell'Oscar. Ci dev'essere un anello dell'iridio nella cortex in corrispondenza dell'Illuminazione. In fondo è la vecchia fascinazione per il potere e la menzogna che permette ad esso di prosperare ed è lo stesso fenomeno che abbiamo osservato in altri communisticosì, da quelli spalmabili a quelli vittime di avvelenamento da cashmere fino all'attuale dirigenza piddina. "Ma quelli sono democristiani", ribattono i disperatamente negatori dell'evidenza. I babbi saranno democristiani ma la mamma è il vecchio apparato comunista. Fate la prova del DNA e chiedete loro della patrimoniale.
Roberto, dicevo, ieri sera ha fatto finta di buffettare il premier ragazzino rispondendo alle domande a salve del Giannini ma, a proposito di Doppelganger e di scissione, io vedo una straordinaria somiglianza tra i due maledetti toscani, come se la sinistra, dopo l'ibridazione, gemmasse ormai sempre lo stesso tipo di entità biologica simbionte del potere. Perché Renzi non tocca la potta alla Merkel e il pacco a Barroso ma siamo lì. Ed è un ballista provetto.

"Più una menzogna è grande più la gente la crederà" recita il I° postulato della propaganda.
Notavo una curiosa sincronicità. Benigni, così innamorato della menzogna europea da auspicare l'unconditional surrender nelle mani del boy scout finlandese, non è colui che ha campato per anni celebrando le gesta di uno dei più fenomenali bugiardi della storia italiana e prima ancora di un altro bel rodomonte milanese? Ha vinto il paraculissimo Oscar de "La vita è bella" con una storia praticamente identica a quella raccontata in "Jacob il bugiardo" con Robin Williams, raccontando la storia di un toscano che racconta balle e alla fine si salva salendo sul carro armato del vincitore.
Si è poi occupato in seguito di un altro celeberrimo bugiardo, Pinocchio, rimanendo però annichilito dal contatto con il capolavoro, fenomeno che si è per altro ripetuto quando ha eseguito la trascrizione per piddino della poesia di Dante e ha ricoperto di melassa appiccicosa la nostra Costituzione.
Ora, appunto, celebra una delle più colossali truffe ideologiche della storia spacciandola per sogno. Il fogno vendoliano. Rieccoci a parlare di leader della sinistra. Tutte pure coincidenze, figuriamoci.


fonte http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2014/09/roberto-benigni-che-recito-dante-e-fini.html

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