lunedì 29 dicembre 2014

Denigrare l'ipocrisia di Antonio Recanatini



“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.” Questo monito di Pirandello è sulla bocca di tutti, scrittore che più di ogni altro ha  denigrato e deriso l'ipocrisia. Nell'introspezione del personaggio Pirandello ha sempre tracciato la povertà d'animo umana di fronte alla propria tragedia, infatti l'ipocrisia imperante è lo strumento migliore per valutare una società Solitamente uomini e donne preferiscono parlare dell'ipocrisia degli assenti, in quel momento scovano anche le pagliuzze nascoste, tanto per usare un termine biblico. Questo perché la nostra ipocrisia è sempre presente nel percorso; spesso evitiamo di analizzarla, perché la maschera con cui l'affrontiamo potrebbe rivelarsi più falsa del previsto. L'ipocrisia è una costante e non una deviazione. Confondersi con la rabbia della gente è un esercizio dannoso per chiunque, specie per chi vive di scrittura. Molto spesso le persone confessano solo privatamente malessere e sfiducia. In pubblico hanno tutti una parte da interpretare, spesso in contrasto con quel che duole in privato. Denigrare l'ipocrisia significa svalutare l'uomo, denigrare l'ipocrisia significa accusare l'umanità, per questo le religioni parlano d'ipocrisia, ma si guardano bene dal combatterla. Ipocrisia è un termine regalato dal greco, Ypokrisis, quindi finzione, simulazione; con questa parola indicavano gli attori della commedia, soprattutto i secondi attori, quelli che imparavano a memoria il copione e provavano a imitare i gesti e i modi del primo. L'ipocrisia è la simulazione della bontà, è la risata che nasconde il pianto o viceversa, è il saluto pacioso e falso di chi il giorno prima parlava male di voi, della vostra stessa ipocrisia. L'ambiguità è nata con l'uomo e morirà con lui, dentro la stessa tomba. Tendere al miglioramento  è l'obiettivo, senza, però, simulare. Ricordo un seminario presieduto da un direttore didattico in cui asseriva che l'ipocrisia è ormai un bisogno. Su questo possiamo obiettare, semmai è una necessità, non mai una virtù. Incoerenza, ambiguità, ipocrisia, falsità, cinismo, malvagità provengono dallo stesso rubinetto, non siamo obbligati a bere, con un po' di fatica e con qualche stento di troppo, possiamo arrampicarci fino alla sorgente e sarà tutto un altro bere. Non è una scelta consigliabile, concordo, ma siamo tutti ancora in cammino. Denigrare e combattere l'ipocrisia significa mettersi in discussione e accettare la condanna prevista, sempre meglio dell'essere condannati ogni giorno a mettere una maschera diversa. Se tutto ciò vi sembra impossibile, imitiamo i poeti, ogni tanto  lasciamo tutte le maschere sotto il letto.

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