giovedì 26 gennaio 2012

Il vaticano non stima la vergogna


Un gruppo di associazione vittime dei preti pedofili e il Centro per i diritti internazionali, due organismi di rilevanza mondiale, hanno depositato presso la Corte penale internazionale dell'Aja un ricorso in cui accusa il Papa e tre alti esponenti del Vaticano - il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone-.
Vorrei accostare la figura del prete a quella di un terapeuta, non per intelletto o spiritualità sia chiaro, ma solo perché ambedue, molto spesso, hanno a che fare con soggetti fragili.
La definizione di fragilità viene evidenziata per una caratteristica che accomuna i pazienti che si rivolgono ad essi con uno smisurato bisogno di trovare calore e affetto.
L'abuso di questa posizione dominante equivale ad una violenza inaudita.
Il vaticano continua a esporre le sue malefatte senza una vera condanna e tutto questo si confonde con la falsa spiritualità annessa a principi incondivisibili, un prete pedofilo è colpevole non esistono scusanti, non esistono attenuanti tutto al più il contrario, proprio perché coperti da un abito talare poco importa se sporco e corrosivo.
Gli eroi di questa falsa morale vanno in tv a difendere colleghi invasati, incriminati di abusi sessuali con l'impegno di parlare con l'onestà di chi crede, una selva di follie a cui gli italiani non riescono a discernere dalla fiaba grottesca.
Non è passato molto tempo da quando Don Gelmini veniva spostato da una prigione all'altra perchè giaceva con più detenuti, si certo la vergogna non invade mai chi pensa di essere nel giusto anche quando la propria spada ha ferito e infestato i sogni ignoranti.
La vergogna non è concessa a chi crede di aver sconti in paradiso, a chi crede di poter redimere senza redimersi. Credo che questa sorta di disonestà ed omertà all'interno della chiesa sia la conseguenza di un modo mafioso che appartiene conserva la chiesa come rifugio per i peccatori.
La crudeltà del cattolicesimo nei 500 anni di santa inquisizione non è nemmeno conosciuta da chi va in chiesa per questo le chiese non vanno costruite, ma sepolte.
(Antonio Recanatini)

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