lunedì 13 ottobre 2014

RIVEDIAMO I PATTI LATERANENSI, SE SIETE DIVERSI di Antonio Recanatini

I patti lateranensi iniziarono nel febbraio del 1929, fu un trattato che sostituì il precedente chiamato legge delle Guarentigie del 1871 approvata dal nuovo parlamento italiano dopo la “presa di Roma”.Con questi si garantiva una somma annuale allo stato pontificio per regolarizzare i rapporti con il regno d’Italia, una specie di vitalizio che non soddisfò mai la sete di potere e di denaro dei vari pontefici susseguiti dal 1871 al 1929. Il negoziato venne siglato da Mussolini e da un certo cardinale segretario di stato Pietro Gasparri. L’Articolo 1 è questo: L’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell’articolo 1° dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, pel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato. Già su questo possiamo non condividere i modi perchè significa che la religione cattolica viene riconosciuta come sola religione dello stato italiano e se permettete i tempi sono cambiati. Ma la cosa buffa appare all’articolo 4 : La sovranità e la giurisdizione esclusiva, che l’Italia riconosce alla Santa Sede sulla Città del Vaticano, importa che nella medesima non possa esplicarsi alcuna ingerenza da parte del Governo Italiano e che non vi sia altra autorità che quella della Santa Sede. Insomma un sistema a senso unico, l’Italia non può esplicare nessuna ingerenza sul vaticano. Per farla breve il vaticano può mettere bocca sui fatti italiani, gli italiani non possono mettere bocca su quelli del vaticano. Una propria e vera resa, una messa a 90 gradi che non esiste in nessun altra trattato bilaterale internazionale. Quindi quando si parla di uno stato laico è solo l’ennesima beffa sulla testa degli italiani. Poi l’articolo 6 è davvero penoso: L’Italia provvederà, a mezzo degli accordi occorrenti con gli enti interessati, che alla Città del Vaticano sia assicurata un’adeguata dotazione di acque in proprietà. Provvederà, inoltre, alla comunicazione con le ferrovie dello Stato mediante la costruzione di una stazione ferroviaria nella Città del Vaticano, e mediante la circolazione di veicoli propri del Vaticano sulle ferrovie italiane. Provvederà altresì al collegamento, direttamente anche cogli altri Stati, dei servizi telegrafici, telefonici, radiotelegrafici, radiotelefonici e postali nella Città del Vaticano. Provvederà infine anche al coordinamento degli altri servizi pubblici. A tutto quanto sopra si provvederà a spese dello Stato italiano e nel termine di un anno dall’entrata in vigore del presente Trattato. La Santa Sede provvederà, a sue spese, alla sistemazione degli accessi del Vaticano già esistenti e degli altri che in seguito credesse di aprire. Le spese sono a carico degli italiani, insomma uno stato di privilegiati all’interno dell’Italia. Consideriamo che il 70% degli immobili dislocati a Roma sono di proprietà della chiesa e che in Italia il 22 % degli immobili sono riconducibili ad essa. Insomma una situazione di ingerenza e di possesso che nessuna parte politica evidenzia, un cumulo di beffe elencati nel trattato che, ancora oggi, portiamo sul groppone. Essere cittadini del vaticano è un privilegio unico, non paragonabile con nessun altro trattato. I finanziamenti alla Chiesa cattolica italiana da parte dello Stato italiano comprendono finanziamenti diretti ed altri tipi di oneri economici e finanziari: l’otto per mille (quote assegnate e ripartizione di quelle non assegnate), finanziamenti a scuole ed università private cattoliche, contrattualistica differenziata per gli insegnanti di religione cattolica nella scuola pubblica, finanziamenti a mezzi di comunicazione cattolici, finanziamenti per infrastrutture di proprietà dello Stato Vaticano, finanziamenti per l’assistenza religiosa negli ospedali pubblici esenzioni fiscali. Il potere della chiesa viene esercitato senza soste, senza pudore e senza nessun interesse per la collettività, per non parlare degli insegnanti di religione che predicano il cattolicesimo a carico nostro. Insomma lo stato italiano indebitato fino al collo elargisce somme ingenti per le scuole e università di proprietà della chiesa e non solo, anche l’esenzione dell’Imu e conseguente multa dell’Europa. Le ultime proposte sul federalismo comunale prevedono, infatti, sia al sud che al nord, l’introduzione dell’Imu prime, seconde case ed esercizi commerciali, da cui però vengono esplicitamente escluse le onlus e gli enti senza scopo di lucro. Sia chiaro, i beneficiari sono anche ristoranti e hotel a 5 stelle di proprietà del vaticano, ma sul suolo italiano. Insomma una società a scopo di lucro mascherata da una religione che di spirituale ha ben poco. Ci troviamo di fronte un’impresa con un utile netto di 20 miliardi. Ora tornate a pregare per il vostro papa, dimenticate tutto quello che avete letto e lasciatevi trasportare dalla Bibbia, gli italiani amano vivere da illusi.

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