sabato 10 maggio 2014

Napoletani pericolosi

Per molti, Saviano in primis, Napoli è un covo di camorristi e Scampia una specie di latrina di cui sparlare, causa di disdegno, causa di ogni male. Napoli è in prima pagina comunque e i napoletani  dipinti da pittori senza arte. Gli epiteti più infami  sono  "Vesuvio, lavali con il fuoco e Napoli, fogna d'Italia", 
La storia parla chiaro, basta aprire qualsiasi volume sull'Italia risorgimentale e leggere di un saccheggiò epocale, una strage sottaciuta e tenuta nascosta tra le vergogne di questo paese. Gli occupanti piemontesi uccisero duemila borboni, ne imprigionarono cinquemila, ma le cifre non rendono giustizia e la storia è stata consumata per parlare dell'infamante risorgimento italico.
Quella Napoli da lavare con la lava, subì anche un'altra beffa, perché i lavori per la ricostruzione vennero affidati ai piemontesi e ai milanesi, con le tasse aggiunte sulla testa dei napoletani, ormai decimati.
Seguirono molte battaglie, molto perdite, il nord derubò il sud di ogni ricchezza e svendette i beni demaniali. Questa si chiama  storia, non cronaca, ma difficilmente qualcuno osa riesumarla. 
I primi partigiani furono i briganti che lottarono per l'autonomia del sud, quelli che la storia definisce cattivi e perdenti.
Oggi lo scenario non è cambiato, Napoli e  la Campania vengono usati come pattumiera di rifiuti tossici, provenienti dal ricco nord, con i soldi derubati al sud. Napoli subisce da secoli, eppure pare che il nord subisca, forse a molti, troppi, conviene puntare il dito verso Genny o pazz. 
Il nord vorrebbe una pulizia etnica,  quella non riuscì completamente ai piemontesi. 
Io non sono napoletano e i napoletani non hanno bisogno di una difesa d'ufficio, neanche di intellettuali prezzolati, infatti la denigrazione continua punta, ancora una volta, a  distorcere la realtà dei fatti. Napoli è abitata da quasi un milione di persone, a questa cifra dovrebbero essere aggiunti i clandestini che, gira e rigira, trovano rifugio nel calore di un popolo mai stanco di amare. Un milione di camorristi?
A leggere la stampa, quasi quasi, sembra che l'idiota che ha sparato fuori dallo stadio sia meno pericoloso di Genny o pazz e che un ferito napoletano non meriti molta attenzione, del resto, quando a colpire sono i fascisti, la giustizia chiude sempre un occhio. Sia chiaro, non è un'accusa, è solo la storia che parla.
Se permette aggiungo a questa triste e lugubre istantanea una carezza spontanea al popolo napoletano, vittima di un complotto incosciente, vittima dei danni perpetrati negli anni da onorevoli svenduti e dal disegno ardimentoso del nord. Napoli sei l'orgoglio d'Italia.

(Antonio Recanatini)

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