venerdì 1 giugno 2012

Diari e ritratti di cinque protagonisti della lotta alla P2

Partiamo dai protagonisti. Sono cinque: Paolo Baffi, Mario
Sarcinelli, Giorgio Ambrosoli, Silvio Novembre e Tina Anselmi. A
loro è dedicato In difesa dello stato, al servizio del paese», il
volume Ediesse ottimamente curato da Pino Amari.
      Cosa unisce questi «servitori dello stato»? La lotta contro Sindona e la P2. Come scrive
Massimo Riva nell'introduzione: «questo libro è l'affresco di un paese sommamente sventurato
quale fu l'Italia degli anni '70 e dei primi anni '80». Ma torniamo ai protagonisti. Il primo è Paolo
Baffi, ex governatore della Banca d'Italia che nel marzo del 1979 fu incriminato da due giudici
romani (Alibrandi e Infelisi) assieme al direttore generale di via Nazionale, Mario Sarcinelli, che
fu anche arrestato. Erano accusati (ma in seguito prosciolti da ogni addebito) di aver finanziato
illecitamente (tramite l'Imi) la Sir, una industria chimica sarda di proprietà di Rovelli. Fin
dall'inizio l' incriminazione apparì sospetta: in realtà c'era dietro un tentativo di destabilizzare la
Banca d'Italia che si era rifiutata di salvare Michele Sindona (e non solo lui) dalla bancarotta. Il
filo conduttore della prima parte del libro è il diario («Cronaca breve di una vicenda giudiziaria»)
di Paolo Baffi che si legge come un romanzo giallo nel quale l'ex governatore sente stringersi il
cerchio attorno a lui dopo aver respinto le pressanti richieste (di politici, soprattutto dc) a favore
di Sindona. Dopo l'incriminazione di Baffi e l'arresto di Sarcinelli il mondo degli economisti si
mobilita in loro difesa. La cosa fa «incazzare» Alibrandi e Infelisi, che convocano in tribunale
una ottantina di economisti che vengono umiliati e trattati come scolaretti. Nella
documentazione inserita nel libro c'è anche un articolo de il manifesto dedicato a
quell'interrogatorio. Baffi e Sarcinelli con colpevole ritardo vengono prosciolti (nel frattempa
Baffi si era dimesso da governatore) ma la vicenda non finisce lì. Entra in scena un altro dei
protagonisti: Giorgio Ambrosoli che - da Carli nel 1974 - era stato nominato commissario
liquidatore della banca privata italiana di Michele Sindona, ma che svolse gran parte del suo
mandato a stretto contato con Baffi. Anche Ambrosoli subisce pressioni e minacce, ma non
molla. Al suo fianco un altro dei protagonisti del libro: Silvio Novembre, un finanziere onesto,
diventato in seguito uno dei massimi esperti di reati finanziari in Italia. Lascerà la Guardia di
finanza scandalizzato per l'assenza dello stato a fianco di Ambrosoli. Il quale l'11 luglio del 1979
viene ucciso a Milano con quattro colpi di pistola. Ambrosoli sapeva di essere nel mirino della
mafia che spalleggiava Sindona, ma non volle mollare. C'è una lettera straordinariamente bella
(un vero testamento) che il 25 febbraio di quell'anno scrive alla moglie: «È indubbio che, in ogni
caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi
lamento affatto perché per me è stata un' occasione unica di fare qualcosa per il paese».
L'ultimo protagonista è una politica della Dc, Tina Anselmi, che diresse in maniera esemplare la
«Commissione parlamentare sulla loggia P2», istituita per fare fare luce sugli intrecci tra politica
magistratura e servizi deviati. Nella relazione conclusiva della commissione si sottolinea - tra
l'altro - come con la P2 si realizzò «un uso privato della funzione pubblica da parte di alcuni
apparati dello stato». Nel libro c'è tanto altro. Anche, ad esempio, il testo integrale del «Piano di
rinascita democratica della Loggia P2». Assomiglia molto, troppo, ad alcune idee che circolano
oggi. Il libro sarà presentato oggi alle ore 15 presso la Facoltà di Economia (aula 3) in via del
Castro Laurenziano 9 a Roma.

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