mercoledì 1 febbraio 2012

UN PRINCIPE COME POVERO


Un paese civile non potrebbe mai permettere che esistano casi come quello del Principe dei Poveri, un mio amico, una persona speciale, un uomo umile che non ha più voce e forse ha il solo demerito di non essere un incendiario, un temerario perché come tutti gli animi nobili non è capace di ferire.
Il Principe dei Poveri è Antonio Trapani 48 anni, ha lasciato lavoro e sogni a Belluno dove lavorava, è tornato a casa per accudire sua madre, con problemi seri, per sei anni ha vissuto da solo questo problema, 24 ore su 24 perché non gli è stata riconosciuta l'assistenza domiciliare. Dopo varie insistenze gli è stata riconosciuta per due ora al giorno, quasi una presa in giro, per chi aspetta da anni un aiuto che questo stato dovrebbe garantirgli, ma, come ogni storia buia non basta, ad agosto verrà sfrattato e gli organi competenti continuano sballottare responsabilità in questa situazione dove la cosiddetta società consumista, capitalista e falsa mette in risalto un senso di umanità, ormai dimenticato. È davvero triste e desolante sapere che dal 31 agosto questo principe dovrà lasciare la casa, menomale che qualche amico si è fatto avanti per ospitarlo, ma uno stato dovrebbe assicurare dignità ad ogni individuo. Mi viene da ripetere la frase che mi accompagna nella mia vita: il capitalismo concede una solo alternativa al servilismo: la miseria.
Antonio è senza lavoro, vive segregato in casa, lontano dalla gente, lontano da quell'egoismo che portiamo dentro come fosse privilegio mentre esso è la conferma della parte più vigliacca che emaniamo nel mondo, non ci sono scuse. Medici che continuano a dirgli che è un problema suo, la regione Lazio non si pone il problema, certo quando si è seduti sui privilegi guardare in basso è come guardare all'inferno, non credo ci siano politici così coraggiosi.
Il Principe dei Poveri potrei essere io o potreste essere voi, queste storie di vergogna potrebbero affiorare nella nostra vita in ogni momento, nessuno di noi è vaccinato alla disperazione, la cosa peggiore è voltare pensando che non sia un problema nostro.
Auguri Principe.

(Antonio Recanatini)

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