martedì 1 settembre 2015

Un castello di smanie di Antonio Recanatini

Entra in questo mio castello, l'avevo messo da parte per te.
Entra e vedrai,  i fiori ci accoglieranno all'entrata
stringimi la mano.
Nell'angolo di una sala ci saranno dieci cantanti a rigar il cuore 
e cento poeti a dedicare strofe,  verranno anche dei gatti,
seguimi e ascolta, seguimi e sorridi, seguimi e amami.
Ho comprato del vino,  andremo  a bagnar il piacere.
Di là  ci sono  due guardie dipinte e un blasfemo a ritmare il passo di danza,
chiameremo le comparse e qui diventeranno attori,
nella stanza dopo c'è un quadro scuro che non sa di niente
nelle pareti vedrai  le mie parole dedicate a te.
"Volerei se tu volassi, piangerei se tu piangessi,
la tua forma è  un'ombra delicata sopra l'anima
accenderai  tutte le luci del cuore, sarai l'unica regina".
Adesso sali sopra con me, corriamo, corriamo, mio amor
qui c'è l'angolo della disfatta, ci sono crisantemi e vecchi armadi,
qualche volta sono venuto qui quando mancavi, quando ferivi.
Senti queste chitarre? Sono dei  gitani che ho invitato per l'evento
son venuti con  le loro donne a ballare, hanno  le gonne lunghe e i nastri nei capelli,
l'odore che senti proviene dal pesco che vive in giardino.
Vieni voglio mostrarti la stanza affianco,  tienimi la mano,
qui vedrai le barche affondate e tante anime in cerca di destinazione
tanti figli rimasti impigliati, tu mi aiuterai a liberarli e ai loro bambini
insegneremo i giochi che tu stessa inventavi, perché sapevi che nulla scende dal cielo.
Vieni, seguimi ancora, ancora amore mio e stringiti a me
lascia passare questi ladri, hanno le sacche piene di doni e cibo
saranno distribuiti a chi ne ha bisogno e guai a chi disente, a chi obietta.
Lassù ho lasciato la parte di cuore mancante e me ne scuso, amore mio
non sono mai stato troppo sano,   è stata la vita a tenerlo occupato,
è stata la vita ad averlo consumato, mancava  uno stregone a cui rivolgersi.
Dietro quella porta chiusa, invece,  sono rimaste le buone idee e i buoni propositi
qualcuno li ha imprigionati, qualcuno ha deciso di rinchiuderli per sfinirli, deturparli;
con te voglio cercare le chiavi, voglio sfondare quel muro e farli lievitare nell'aria.
Entra qui, c'è un mare intero per i pesci venuti a galla, stanno facendo festa
credevano di morire e adesso sperano, come se morire e sperare non avessero
lo stesso urlo, la stessa perdita, la stessa fine; come se non bastasse un altro oceano.
Vieni, non fermarti, vieni a vedere quanti vecchi stanno ricordando l'amore della vita
la fortuna d'essere nati, di poter raccontare e sognare d'esser stato un altro, guardali
non hanno i capelli bianchi, non hanno rughe e ridono di cuore, parlano di cuore.
Sali, sali con me, sopra c'è una  cartomante, nessuno racconta il falso meglio di  lei
vengono in molti a trovarla e lei regala a tutti un futuro luminoso, un amore e dei gadget;
nel salone a fianco ci sono cinque contadini che controllano il raccolto e sbraitano sempre.
Questa stanza azzurra è il luogo dove si perdono gli amori, dove spariscono i sogni e
rimane solo un'amarezza, non si curano i dolori, ma molti credono sia il posto giusto
ci sono solo fiori appassiti e piante morte, alberi falciati e rami secchi come la noia.
Qui, il nostro amore è di troppo, loro hanno un dio con cui studiare la nuova guerra,
a noi rimane solo il tempo di amarci, non possiamo perderci in questo spreco.
Passeremo sul balcone la notte, c'è una prato immenso e foglie cadute a caso
sopra, in  alto, stelle filanti e fumo rosso a disegnare nuove forme di vita;
dormiremo sulla neve, non sentirai mai freddo con me,
non ti sentirai mai appagata; avvolgimi,  non val la pena morire.

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