lunedì 3 novembre 2014

STEFANO CUCCHI: È STATO LO STATO!



La sentenza di pochi giorni fa è delirante! Abominevole! Assolve tutti gli indagati, non ci sono prove. 6 medici, 3 infermieri, 3 secondini, tutti innocenti! Questo non fa altro che confermare quanto decretato fin dall’inizio: Stefano Cucchi è morto per disidratazione. Massacrato di botte, pestato a sangue, dilaniato dalle mazzate fino a crepare, lo avrebbe ucciso la sete! Certo, averlo tenuto rinchiuso come uno schiavo in stato di malnutrizione e disidratazione offre una buona scusa per il referto medico. Ma questo fa semplicemente salire l’odio! Com’è possibile negare che questo giovane, finito in carcere per una banalità come il possesso di marijuana, non è stato altro che brutalmente vittima della frustrazione più atroce di certi uomini dello Stato?! che è stato ammazzato da un intero sistema carcerario, dove ognuno è stato complice fino in fondo e coinvolto a tal punto che è stato disposto ad ammazzarlo di nuovo, con il silenzio!? Questa specialità mafiosa forse fa più spavento persino di quello che gli hanno fatto per ucciderlo; forse perché a quello non abbiamo assistito mentre il silenzio dei responsabili, dal più piccolo al più grande, dal boia al politico, quello assorda le nostre orecchie con nonchalance ogni giorno. Ed è spaventoso!


La “giustizia” ora prova ad uscirne persino con la faccia pulita: qualcuno, dal giudice al procuratore, si dice disposto a riesaminare il caso in presenza di nuove prove. 


Nuove prove?! Tutte quelle fornite sono state dichiarate insufficienti a condannare i diretti responsabili e questi vogliono nuove prove?! Di quali altre prove si ha bisogno per testimoniare l’accaduto?! Di quali prove si ha bisogno ancora per dimostrare che un intero sistema carcerario è in grado di trasformarsi in un luogo di torture e omicidi per il puro gusto dello sfogo di violenza?! Un ragazzo è stato ammazzato senza alcuna ragione, brutalizzato per puro delirio di onnipotenza da parte di uomini dello stato trasformatisi in aguzzini e l’unica risposta che viene dalla giustizia non fa altro che legittimare l’insabbiamento di quel sistema statario che senza soluzione di continuità, per tramite delle responsabilità, si dirige dagli esecutori materiali ai vertici dell’amministrazione penitenziaria!? Quale vergognosa complicità questa lavata di mani che ha declinato ogni responsabilità!


Ai vertici di questo sistema poi, sta la politica. Qualcuno fa finta di indignarsi un po’ in televisione; qualcun altro non ha alcuna vergogna a fare del moralismo spicciolo, come il popolino, che quasi giustifica ciò che Stefano ha subito perché in fondo non era altro che un delinquente. Riprovevoli. Per il resto di essi, chi più chi meno, ognuno sa come sono andate le cose; sa in che condizioni si trova il sistema carcerario italiano; sa che la legge italiana in merito prevede condizioni di detenzione disumane; ma a nessuno gliene frega niente, immerso com’è ognuno di loro nel proprio mondo di ricchezze e potere, senza che questo popolo meschino gliene chieda minimamente conto, con tutto il carico di responsabilità che questo comporta.


Allora i diretti responsabili tacciono, è ovvio. I loro superiori tacciono, difendono il proprio lavoro e quello dei propri uomini. La giustizia tace, non è affar suo pestare i piedi ai poteri forti. La politica tace più di tutti, il sistema è il suo; e poi le priorità sono altre. E il popolo, il popolo acconsente. Fine della storia dunque. Nessun colpevole, nessun responsabile, nessun caso. Stefano è morto, povero tossico, di disidratazione.


Qualcuno però ancora si indigna, c’è un popolo che sta con Ilaria Cucchi e vuole giustizia e verità per Stefano! È il popolo che sta con Patrizia Moretti e suo figlio Federico Aldrovandi. E con tutte le famiglie delle vittime che chiedono di sapere cos’è successo mentre i loro cari erano nelle mani dello Stato e chi sono i responsabili della loro morte. Noi siamo dalla loro parte, contro il silenzio omertoso di tutte le alte sfere dello stato, che è responsabile con tutto il suo complesso di tutte queste morti! Noi siamo dalla loro parte in ogni caso e circostanza, ma ancora di più quando, per il semplice fatto di cercare giustizia, queste persone subiscono le angherie dei poteri forti: oggi il sindacato di polizia penitenziaria Sappe ha annunciato che depositerà una querela per Ilaria Cucchi per “istigazione all’odio”; similmente si comportò il sindacato di polizia Coisp con Patrizia Moretti. Ebbene costoro, con questi atti, dimostrando tutto il loro risentimento, non sono che la prova provata che il responsabile è l’intero sistema statale di cui loro sono i servi armati.


Allora almeno un colpevole in questa vicenda lo abbiamo invece: è stato lo Stato!





GIACOMO KATANGA

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