domenica 13 aprile 2014

VIOLENZA SQUADRISTA. LA RISPOSTA DI UN GOVERNO MAI ELETTO

Scenario da guerriglia quello di ieri a Roma, dove le forze dell’ordine hanno adoperato ben più che cariche di alleggerimento contro i manifestanti, scesi in piazza contro il “piano casa” del ministro Lupi e il Jobs-Act del governo Renzi. Siamo alle solite: anche stavolta siamo difronte al classico scenario italiano, dove movimenti per il diritto all’abitare, contro l’austerity, per i beni comuni, assieme a giovani, studenti e sindacati di base, vengono brutalmente violentati dalla reazione delle forze dell’ordine. Reazione mai proporzionata all’entità dell’aggressione (laddove si verifichi), ma sempre proporzionata al grado di rischio preliminare per il potere; così in maniera del tutto preventiva si soffoca la voce delle tante e dei tanti scesi in piazza a manifestare il proprio dissenso e a rivendicare i propri diritti, attutendo l’eco politico e mediatico che una manifestazione avrebbe se fosse condotta con le dinamiche che decine di migliaia di sfrattati, disoccupati, disperati hanno democraticamente scelto per dare la giusta voce alle loro sacrosante rivendicazioni, contro un governo che in maniera sempre più impopolare si comporta come una sorta di ‘Robin Hood al contrario’, che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Infatti il decreto Lupi, impropriamente e cinicamente definito “piano casa”, altro non fa che autorizzare gli sfratti ai danni di tutti coloro che in questi anni hanno occupato edifici abbandonati dallo stato per assicurarsi almeno un tetto sopra la testa; la norma infatti ha effetto retroattivo e mira sostanzialmente ad agevolare gli investimenti e le capitalizzazioni da parte dei privati. Allo stesso tempo, la mercificazione del lavoro e lo smantellamento delle garanzie sociali, vengono spacciati sotto le più gradevoli parole d’ordine di flessibilità e dinamismo, quando invece il Jobs-Act altro non fa che esasperare ulteriormente le difficili condizioni di lavoro e di vita di milioni di cittadini. Tutto questo già corrisponde ai diktat che le politiche neoliberiste, dall’alto della finanza agli strati più bassi della popolazione d’Europa e quindi d’Italia, impongono ai governi; ma non è abbastanza, perché la repressione di ogni dissenso è sì una prassi consolidata del capitalismo globale, ma è pure l’effetto di quella sottocultura bestiale che il fascismo ha particolarmente radicato in Italia; se poi ci si aggiunge un pizzico di demenzialità pura, figlia della televendita renziana, il caos brutale è assicurato. Ragazzine calpestate, vecchi randellati, decine di feriti da pestaggio: è l’effetto delle polizie che hanno rincorso e assalito senza giudizio i manifestanti che indietreggiavano verso i vicoli, dopo essere stati dispersi da subito a colpi di lacrimogeni; il tutto, a fronte di qualche lancio di bombe carta, fumogeni e carta igienica.
Difronte all’ingiustizia di un potere autodeterminatosi, senza passare per nessuna procedura elettiva, che determina una struttura statale fatiscente, egemonizzata dalla logica del monetarismo, garantita attraverso le leggi di un governo dispotico che non tutelano nessuno se non i grandi interessi privati, ogni cittadino che possa dirsi perlomeno civile dovrebbe lottare per cacciare i responsabili “con le mazze e con le pietre” come avrebbe detto un grande presidente, Sandro Pertini. Oggi la più grande espressione di civiltà, di responsabilità nei confronti del proprio paese e dei suoi abitanti, di interesse per il sociale e di giustizia, la danno proprio quelle associazioni di liberi cittadini, dai movimenti alle realtà organizzate, che lottano per quelle garanzie dignitarie che i nostri padri fondatori, come Sandro Pertini, pagarono con il sangue della resistenza. Ma quando il potere è incivile, irresponsabile, interessato e ingiusto, difronte all’onestà e alle ragioni di chi grida per i propri diritti si presenta armato di bastone. E sembra davvero allora che tutte quelle conquiste pagate a caro prezzo dai nostri avi partigiani, siano state ormai del tutto rimosse. Se in tutti questi anni non abbiamo imparato a tutelare l’uomo e i suoi diritti a costo di ogni deficit, non deve stupire che il debito con le banche valga più di esso; e non deve stupire che il governo se ne assicuri a suon di randello e cariche da parte delle forze dell’ordine, che hanno l’ordine di difendere con la forza un potere che di democratico non ha mai avuto niente, che nessuno ha mai voluto, e che quando questo è manifesto dà l’ordine di difendere i suoi palazzi con la forza.
Ci avviciniamo al 25 aprile. Lasciatemi dire che mai come in questi momenti si sente il bisogno di un’altra Resistenza.


Giacomo Katanga
Roma, degenera in guerriglia il corteo per la casa
Immagine da msn.com


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