martedì 16 aprile 2013
LETTERA DI UN COMUNISTA A PIERLUIGI BERSANI
Le scrivo perché ormai la posizione del Pd è
sempre più moderata quindi sempre meno di sinistra, sempre che lo sia
stato, almeno, qualche volta. La invito a guardare il suo passato
se non da comunista, almeno quello di socialista, quando poteva dire di essere di sinistra senza vedere le
persone storcere il naso, si perché, allora, lei era parte del nostro
patrimonio. Quando le sue posizioni erano o bianche o nere, mai
grigiastre o incolori, quando tutti a sinistra erano fiduciosi nel
darle il voto, ora, invece, ci sono milioni di indecisi che vorrebbero
sapere. Essere parte significa schierarsi, quindi parteggiare, insomma
quello che non vedo in lei e che, invece, la invito ad essere. Le
ricordo quando eravamo uniti e ci aggregavamo dalla parte dei
palestinesi, quando nessuno di noi si sognava di appoggiare l’
esportazione della democrazia, o, meglio, a favore della guerra per
risolvere problemi internazionali. Quando sarebbe stato impossibile un
ennesimo attacco alla Libia, quando eravamo antiamericani e tutti
volevamo si abbattesse il costo della militarizzazione, quando essere
onesti era un obbligo morale indissolubile per un uomo di sinistra.
Vede signor Bersani non si tratta di fare demagogia, ma si tratta dell’
essenza stessa delle scelte, non avrei mai immaginato un esponente
rosso potesse vedere sbiadire il suo colore naturale e appoggiare il
nucleare come soluzione per il futuro di questa penisola. Lo dico
perché vorrei una sinistra unita, compatta contro i potenti, una
sinistra che meritasse di essere votata contro la confusione generata
dagli ultimi 15 anni di politica. Si, parlo di politica, quel sodalizio
a servizio del popolo e non per i propri interessi, magari sarò
arcaico, ma non potrei mai accettare di sostenere un rosso stinto
perché dentro ho un cuore ribelle. Non le chiedo di fare qualcosa di
sinistra, non sono moretti (rigorosamente in piccolo), quindi le chiedo
di voltare pagina e tralasciare vecchi rancori ed abbracciare la vita,
come disse D’Annunzio lasciandosi indietro il passato da fascista per
passare a sinistra. Le chiedo di proporre soluzioni al precariato,
soluzioni per i disoccupati, le chiedo di distaccarsi da quel richiamo
obsoleto centrista e scendere tra la gente, perché non esiste sinistra
senza l’appoggio dal basso. Signor Bersani abbia il coraggio di
definire le sue scelte, di sostenere la giustizia senza abbassare lo
sguardo di fronte alla tracotanza del sistema, le chiedo di non essere
lei sistema. Dalla nostra parte dovrà spiegare ogni passaggio poiché
non ci faremo trarre in inganno dalle promesse sterili e quando
sbaglierà ci sarà sempre qualcuno pronto a puntare il dito. Ma è anche
vero che sarebbe l’unico modo per accorgersi di un cambiamento e per me
non sentire il desiderio di vedere questa penisola arsa, per vederla
ricostruita. So anche di chiederle ciò che lei non potrà essere e le
chiedo molto di più di un qualunque elettore, ma sa i comunisti veri
sventolano una bandiera rossa mai stinta, mai scialba, mai banale. Lei
che colore propone?
(Antonio Recanatini)
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