mercoledì 18 aprile 2012

GLI IMPOSTORI DELLA POLITICA di Antonio Recanatini


Uno strano fenomeno si abbatte sugli italiani quando si tratta di demonizzare i falsi politici di questo tempo, quelli con stipendi da imperatori, tangentisti di ogni ordine, corrotti con parcelle fisse e (passatemi il termine napoletano che calza a pennello) rattusi obesi impomatati che senza potere sarebbero inguardabili, dovrebbero chiudersi in casa per non essere oggetto di sberleffi.
Il peggio dell'Italia si riunisce in parlamento con l'intento di ripescare e riadattare termini per stigmatizzare l'insoddisfazione e l'indignazione dei cittadini.
Le medesime parole vengono usate indistintamente da tutti i finti duellanti della politica italiana, quindi l'indignazione diventa populismo e l'insoddisfazione antipolitica, insomma la massa di illegali e impuniti si arroga il diritto di giudicare l'aspra critica, lo sdegno, la vergogna, la rabbia e la disperazione del cittadino.
Vendola, personaggio che continua a definirsi di sinistra nonostante alcuni favori poco trasparenti a società per azioni cattoliche, oppure la lega, amante storica dei rimborsi elettorali o la margherita con il vago rutelli a fare spallucce sui 30/40 milioni di euro scomparsi.
Di fronte a cotanto grigiore e con accuse pesanti come macigni, li vediamo sfilare davanti ai microfoni, hanno tutti quel ghigno beffardo, l'insolenza disgustosa dei privilegiati d'alto rango, rispondono con toni fin troppo simili ai mafiosi di casa nostra. - non potevo sapere, qualcuno ha pagato a nome mio senza dirmelo, forse ci siamo fidati troppo -. Non serve una laurea in psicologia per capire che le risposte date non sono delle messe in discussioni, sono una semplice accusa velata ad altri esponenti. Sapete il motivo? Personaggi come il tesoriere della lega e lusi esistono proprio per assumersi le responsabilità in caso di tragedia, non sono dei semplici facchini, hanno un compito specifico.
Mi sia consentito dire che, spesso, vedendo questi soggetti sfilare e pavoneggiarsi innanzi ai microfoni ho una certa invidia per quei film americani dove i cecchini colpiscono, senza lasciare nessuna traccia, un bersaglio lontanissimo.
Ora lo sdegno degli italiani stranamente è diventato “antipolitica”, come se i vari bersani, alfano, rutelli, verdini, monti e......, aggiungete voi, fossero la politica, come se la politica, in Italia, fosse esclusiva di massoni e falsificatori dell'ultima ora.
L'indignazione non è antipolitica, perchè la maggior parte dei partiti non fa politica, possiamo dire che mai vocabolo fu così inappropriato, ma gli affaristi corrotti e corruttori, travestiti da politici continuano ignobilmente a dar sfoggio della loro arroganza ponendosi al di sopra delle parti e poco importa se il liquame spesso li sovrasta.
Nessun populismo, nessuna antipolitica queste due parole non dovrebbero essere pronunciate in questo momento, populista fu mussolini e potete credere sulla parola dei nostri nonni, non somigliava affatto a beppe grillo. L'antipolitica è quella degli anarchici che non accettano poteri dominanti a cominciare dal denaro e gli anarchici hanno cultura e passione per parlare di politica.
No, rimando al mittente queste due accuse dell’ultima ora, voi non siete la politica, siete la peggior specie di uomini che abbia calcato la scena, dovreste essere esiliati in massa, essere sbarcati su un’ isola ad amministrare banane e solo allora, noi saremo capaci di ripartire.
Solo degli illusi possono pensare di cambiare la politica senza sostituire questo groviglio di bisce che avvelena l'Italia. Oggi è come prima, loro rimangono impassibili di fronte allo sdegno, e noi  distrutti dentro, si rimane come quei genitori che tornando a casa, trovano la porta aperta, la casa svaligiata e rimangono allibiti. Si siedono sul letto con l'anima divisa tra sentimenti suicidi e l'impotenza che s'irride del proprio dolore, anche in questo caso i tiratori scelti dei film americani hanno un senso di vendetta che quasi mi appassiona.

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