La legge dell’entropia deve avere qualche fallacia. Oppure
la colpa sarà della gravità che non viene ancora intesa nel modo più giusto.
Oppure semplicemente i processi mentali, con buona pace dei neuroscienziati,
non sono riducibili a fenomeni che la fisica può indagare. Diversamente non mi
spiego come negli ultimi tempi ogni analisi di qualsivoglia genere sia del
tutto priva di equilibrio critico e
invece di tendere all’ordine dalla
confusione delle idee porti esattamente al contrario!
Chiusa la parentesi sarcastica sul “riduzionismo”, vengo
alla “filosofia” che voglio discutere in questo breve scritto, sperando
veramente che sia breve e che più che discutere sui massimi sistemi, faccia
luce sui fatti. Ripropongo la classica diatriba da bar tra “il bicchiere mezzo
pieno” e “il bicchiere mezzo vuoto”, per arrivare ad una prospettiva critica
sulla recente questione in merito all’embargo USA verso Cuba, che non sia né
ingenuamente ottimista né catastroficamente pessimista. L’equilibrio e il
raggiungimento dell’ordine su cui scherzavo prima, riguardano seriamente anche
questo caso: non si può fare a meno di vedere gente schierarsi nel giudizio su
una questione tra due posizioni recisamente antitetiche, che sicuramente non
aiutano a far chiarezza sull’argomento, ma che al massimo instaurano una
propria dialettica, che finisce per lasciare
di sé una mera polemica e lasciare
dietro di sé la questione di cui si voleva discutere. Questa matrice conflittuale
del discorso, di hegeliana memoria, vi assicuro che appesantisce e mortifica
ogni discussione, compresa la nostra che riguarda un fatto di cronaca senza
alcun dubbio di grande rilevanza storica.
Perciò visto che si tratta di parlare di cronaca politica e
di storia, cominciamo col dire che la presunta diplomazia di papa Francesco con
questa storia non c’entra veramente niente!
Gli Stati Uniti, tramite un documento[*1] firmato dal Segretario di Stato americano John Kerry,
annunciano il ristabilimento di rapporti diplomatici con Cuba e avviano un
processo di progressiva riduzione delle restrizioni ai danni dell’isola. La
famigerata politica di embargo attuata dagli USA contro Cuba infatti “ha
fallito”, ammette il documento senza mezzi termini, continuando dicendo che
questa “ha isolato gli Stati Uniti da partner regionali e internazionali” e “limitato
la propria capacità di influenzare tutto l’emisfero occidentale”. Senza dubbio allora
gli Stati Uniti hanno portato avanti una politica fallimentare nei confronti di
Cuba. Dopo 56 anni circa di guerra economica, se il generale cinese Sun Tzu
fosse vissuto oggi anziché 500 anni prima di Cristo non si direbbe affatto
sorpreso di quanto dichiarato dalla Casa Bianca.
“Ho visto molte guerre lampo condotte male. Ma non ho mai visto nessuna guerra che protratta a lungo nel tempo abbia sortito un qualsivoglia effetto positivo per alcuna nazione” (Sun Tzu, L’Arte della Guerra). La guerra, economica che sia, dilapida le casse dello stato: se non sortisce effetti in un arco di tempo relativamente breve porta al disastro economico. Dunque, secondo la strategia classica, gli Stati Uniti hanno condotto una guerra che non si è mai risolta, divenendo solo un ingente costo economico per i cittadini e basta. Ciò non significa che Cuba abbia vinto!
“Ho visto molte guerre lampo condotte male. Ma non ho mai visto nessuna guerra che protratta a lungo nel tempo abbia sortito un qualsivoglia effetto positivo per alcuna nazione” (Sun Tzu, L’Arte della Guerra). La guerra, economica che sia, dilapida le casse dello stato: se non sortisce effetti in un arco di tempo relativamente breve porta al disastro economico. Dunque, secondo la strategia classica, gli Stati Uniti hanno condotto una guerra che non si è mai risolta, divenendo solo un ingente costo economico per i cittadini e basta. Ciò non significa che Cuba abbia vinto!
Di per contro da diverso tempo ormai il governo di Raúl Castro ha
aperto a delle liberalizzazioni in campo economico. Si tratta di determinate
concessioni al mercato libero che non intaccano la natura socialista dello
stato, ma che sono fondamentali in vista di un armistizio con gli Stati Uniti:
chi chiede la tregua dovrà fare delle concessioni per ottenerla. Quanto poi
queste siano ingenti dipende da quanto il nemico è stanco di combattere. E gli
Stati Uniti possiamo ritenerli a buon diritto stanchi di combattere stando a
quanto detto prima. L’auspicio insomma è che queste liberalizzazioni davvero
non intacchino la natura socialista dello stato cubano, che ha pur sempre
ottenuto il grande risultato di vedersi rimosse pesanti restrizioni economiche,
anche se per la rimozione dell’embargo è necessario il voto alla Camera (a
maggioranza repubblicana, contraria alla rimozione). In sostanza ciò non
significa che Cuba abbia perso!
Ma allora chi ha vinto?! Sun Tzu insegna, nessuno! Questa guerra
altro non è che un disastro strategico, una situazione che non conviene più a
nessuna delle parti. Insomma pare più propriamente che siamo difronte a un
armistizio.
Quindi, cari ottimisti che celebrate quest’evento come la
vittoria della rivoluzione: mettete pure l’accento su quel che vi è più comodo
politicamente, ma evitate per piacere di diventare così grotteschi!
Quanto a voi, pedanti pessimisti che ormai vedete tutto nero:
toglietevi la benda, anche i colossi conoscono il fallimento! Anche gli USA perdono,
l’esperienza di un altro grande generale (che sicuramente aveva letto e appreso
Sun Tzu) Võ Nguyên Giáp ci
dimostra che più di mezzo milione di Yankees può trovare la sconfitta contro
poche decine di migliaia di ribelli nell’ “inferno verde”, il Viet Nam ricordato
anche nel documento di Kerry sulla politica verso Cuba.
GIACOMO
KATANGA
[*1] Il documento è disponibile a questo indirizzo: http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2014/12/17/fact-sheet-charting-new-course-cuba
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