venerdì 18 aprile 2014

La guerra del governo Renzi contro poveri e precari


Questa mattina la città di Roma, quella che resiste all'impoverimento e alle politiche di austerity, si è svegliata con una situazione surreale. Avevamo già avuto il sentore durante la scorsa settimana di un cambio di passo rispetto alla gestione dell'emergenza sociale in questa città, che possiamo considerare estendibile a tutto il territorio nazionale, ma oggi ne abbiamo la conferma definitiva.
Lunedì scorso abbiamo assistito agli sgomberi coatti nel silenzio della politica e la manifestazione del 12 ha visto dispiegare in piazza ingenti forze di polizia che hanno caricato il corteo in discesa fino all'imbocco di via del Tritone. Sono palesi dalle immagini e dai video pubblicati da giornali e attivisti, quanto sia spropositata la violenza messa in campo e nonostante tutto non c'è nessuna remora a perpetuarla nuovamente.
I tagli, le privatizzazioni, le speculazioni edilizie ed il saccheggio dei territori, la precarizzazione totale del lavoro e della vita che il governo Renzi ci sta imponendo, vengono difesi, senza nessuna mediazione, esclusivamente attraverso l'uso della forza. Ogni possibilità di risposta ai problemi sociali viene consegnata, quindi, nelle mani dell'ordine pubblico. Oggi ne abbiamo avuta l'ennesima riprova. Il presidio di solidarietà chiamato in difesa dell'occupazione di via della Montagnola è stato pesantemente caricato perchè sosteneva gli e le occupanti che avevano deciso di riprendersi la propria dignità. La polizia ha fatto decine di feriti: teste aperte e braccia rotte. La piazza meticcia di questa mattina ha subito di nuovo l'ottusità e l'arroganza di un governo che impone l'austerity senza se e senza ma. Complici anche dei governi locali che sembrano, di fronte a tutto questo, incapaci, subalterni.
Lo stesso piano casa nell'art.5 lancia esattamente lo stesso messaggio. Gli enti locali non possono allontanarsi dalle decisioni centrali e le risorse pubbliche tanto quanto le politiche sociali possono essere destinate solo agli interessi delle banche, della speculazione e dei costruttori. Il tavolo che era stato convocato per oggi presso il municipio VIII, con la presenza dei capigruppo di maggioranza del comune di roma che avrebbero dovuto discutere dell'emergenza abitativa che imperversa in questo territorio, è stato scavalcato dalla stessa questura che ha eseguito le direttive date: non permettere che le occupazioni si riproducano ancora, alimentando quelle lotte sociali che dal basso e nell'autorganizzazione, appagano i bisogni di migliaia di persone.
Questo governo crede davvero di prenderci in giro con il miraggio di 80 euro al mese in più in busta paga (per pochi), quando è chiaro, da queste ultime settimane, dai provvedimenti come il jobs act e il piano casa di Lupi, che la ricetta messa in campo è sempre la stessa: esigere dalle persone che sono già colpite dall'austerity ulteriori ed impensabili sacrifici.
Allo stesso modo questa mattina davanti il carcere di Regina Coeli ci siamo trovati lo schieramento di due reparti celere per un semplice presidio di solidarietà. L'interrogatorio di garanzia è durato circa sette ore durante le quali centinaia di persone chiedevano la scarcerazione dei quattro compagni che sono stati fermati durante il corteo del 12 Aprile. Il giudice, in continuità con la logica che i problemi si gestiscono come una questione di ordine pubblico, si è invece appiattito sulle richieste del PM e sui verbali della questura e senza nessuna prova ha convalidato la misura cautelare dell'arresto con detenzione domiciliare. Matteo, Simon, Ugo e Lorenzo sono accusati di resistenza pluriaggravata e lesioni, nonostante le immagini dimostrino il contrario ovvero la brutalità della polizia.
Sembra di essere piombati in una situazione “cilena” e crediamo che sia necessario mettere in campo una risposta decisa, concreta e di massa. Non possiamo permettere che la narrazione di quello che ci succede sia rinchiusa esclusivamente all'interno delle pagine dei giornali e dei media mainstream.
Dobbiamo mettere al centro il problema della casa come problema che coinvolge ormai l'intera città di Roma ed il paese. Rispondere a questa guerra contro i poveri ed i precari lottando ancora più forte. La lotta per la casa, che dopo il 19 si è propagata in tutto il territorio nazionale, rappresenta oggi una possibilità, uno spazio di trasformazione e riappropriazione dei nostri diritti e delle nostre vite. Per questo va difeso e rilanciato da tutti, collettivamente. Sempre più persone devono aggregarsi alle lotte dei movimenti, occupare per liberare spazi e tempi utili alla liberazione della propria vita, non sottostare alla precarietà, resistere alla devastazione del proprio territorio.
Per questo motivo quello che succede attraverso gli sgomberi e le cariche di piazza non può essere solo un problema dei movimenti di lotta per la casa ma di tutte quelle persone che non vogliono più pagare i costi della politica, delle decisioni imposte dall'Europa e dalla troika, il prezzo di un modello di sviluppo che per ristrutturarsi ha bisogno di nuovi giri di vite.

Il corteo di domani che partirà alle ore 17.30 da piazza Fabrizio De Andrè nel quartiere della Magliana, già lanciato nelle scorse settimane, sarà il primo momento pubblico con il quale si risponderà alle giornate appena trascorse, alle violenze della polizia, agli sgomberi e gli sfratti, all'arroganza di chi ci governa.
Convinti che in questo paese i diritti si conquistano a spinta ci vediamo nelle piazze per strappare ancora una volta la vita che vogliamo, qui e ora!


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