Ad Ankara hanno ucciso la bellezza del mondo
La folla brillava per illuminare il sogno di una storica pace
c'era un imbianchino vicino alla figlia del dottore
poco dietro un dirigente comunista ad alimentare il coro e
un barista giovane insieme all'insegnante di sostegno.
Ad Ankara hanno ucciso la bellezza del mondo
il padrone e il suo lecchino hanno colpito a caso.
L'affronto violava le ambizioni degli eletti a forza
troppa gente, troppa verità, troppi pugni chiusi
troppi sogni e troppo amore girava in quelle strade.
Il potente parlava di male ricomposto e
la chiesa gridava allo scandalo, il portaborse non sapeva.
Ad Ankara hanno ucciso la bellezza del mondo
i giovani scortavano gli anziani, il sorriso colorava il cielo,
la terra trasudava gioia e stupore nell'accogliere il sogno,
il velo accanto ai capelli lunghi e ricci, la croce senza spada.
La gente usciva in strada ad applaudire,
poi il botto, le urla, il sangue, il fumo, il pianto, la paura e
la notizia: oggi, anche ad Ankara hanno ucciso la bellezza.
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