La sentenza di pochi giorni fa è delirante! Abominevole! Assolve
tutti gli indagati, non ci sono prove. 6 medici, 3 infermieri, 3 secondini,
tutti innocenti! Questo non fa altro che confermare quanto decretato fin dall’inizio:
Stefano Cucchi è morto per disidratazione. Massacrato di botte, pestato a
sangue, dilaniato dalle mazzate fino a crepare, lo avrebbe ucciso la sete!
Certo, averlo tenuto rinchiuso come uno schiavo in stato di malnutrizione e
disidratazione offre una buona scusa per il referto medico. Ma questo fa
semplicemente salire l’odio! Com’è possibile negare che questo giovane, finito in
carcere per una banalità come il possesso di marijuana, non è stato altro che brutalmente
vittima della frustrazione più atroce di certi uomini dello Stato?! che è stato
ammazzato da un intero sistema carcerario, dove ognuno è stato complice fino in
fondo e coinvolto a tal punto che è stato disposto ad ammazzarlo di nuovo, con
il silenzio!? Questa specialità mafiosa forse fa più spavento persino di quello
che gli hanno fatto per ucciderlo; forse perché a quello non abbiamo assistito
mentre il silenzio dei responsabili, dal più piccolo al più grande, dal boia al
politico, quello assorda le nostre orecchie con nonchalance ogni giorno. Ed è
spaventoso!
La “giustizia” ora prova ad uscirne persino con la faccia
pulita: qualcuno, dal giudice al procuratore, si dice disposto a riesaminare il
caso in presenza di nuove prove.
Nuove prove?! Tutte quelle fornite sono state dichiarate
insufficienti a condannare i diretti responsabili e questi vogliono nuove
prove?! Di quali altre prove si ha bisogno per testimoniare l’accaduto?! Di
quali prove si ha bisogno ancora per dimostrare che un intero sistema
carcerario è in grado di trasformarsi in un luogo di torture e omicidi per il
puro gusto dello sfogo di violenza?! Un ragazzo è stato ammazzato senza alcuna
ragione, brutalizzato per puro delirio di onnipotenza da parte di uomini dello
stato trasformatisi in aguzzini e l’unica risposta che viene dalla giustizia non
fa altro che legittimare l’insabbiamento di quel sistema statario che senza
soluzione di continuità, per tramite delle responsabilità, si dirige dagli
esecutori materiali ai vertici dell’amministrazione penitenziaria!? Quale vergognosa
complicità questa lavata di mani che ha declinato ogni responsabilità!
Ai vertici di questo sistema poi, sta la politica. Qualcuno
fa finta di indignarsi un po’ in televisione; qualcun altro non ha alcuna
vergogna a fare del moralismo spicciolo, come il popolino, che quasi giustifica
ciò che Stefano ha subito perché in fondo non era altro che un delinquente.
Riprovevoli. Per il resto di essi, chi più chi meno, ognuno sa come sono andate
le cose; sa in che condizioni si trova il sistema carcerario italiano; sa che
la legge italiana in merito prevede condizioni di detenzione disumane; ma a
nessuno gliene frega niente, immerso com’è ognuno di loro nel proprio mondo di
ricchezze e potere, senza che questo popolo meschino gliene chieda minimamente
conto, con tutto il carico di responsabilità che questo comporta.
Allora i diretti responsabili tacciono, è ovvio. I loro
superiori tacciono, difendono il proprio lavoro e quello dei propri uomini. La
giustizia tace, non è affar suo pestare i piedi ai poteri forti. La politica tace
più di tutti, il sistema è il suo; e poi le priorità sono altre. E il popolo,
il popolo acconsente. Fine della storia dunque. Nessun colpevole, nessun
responsabile, nessun caso. Stefano è morto, povero tossico, di disidratazione.
Qualcuno però ancora si indigna, c’è un popolo che sta con
Ilaria Cucchi e vuole giustizia e verità per Stefano! È il popolo che sta con Patrizia Moretti e suo figlio Federico
Aldrovandi. E con tutte le famiglie delle vittime che chiedono di sapere cos’è
successo mentre i loro cari erano nelle mani dello Stato e chi sono i
responsabili della loro morte. Noi siamo dalla loro parte, contro il silenzio
omertoso di tutte le alte sfere dello stato, che è responsabile con tutto il
suo complesso di tutte queste morti! Noi siamo dalla loro parte in ogni caso e
circostanza, ma ancora di più quando, per il semplice fatto di cercare
giustizia, queste persone subiscono le angherie dei poteri forti: oggi il
sindacato di polizia penitenziaria Sappe ha annunciato che depositerà una
querela per Ilaria Cucchi per “istigazione all’odio”; similmente si comportò il
sindacato di polizia Coisp con Patrizia Moretti. Ebbene costoro, con questi
atti, dimostrando tutto il loro risentimento, non sono che la prova provata che
il responsabile è l’intero sistema statale di cui loro sono i servi armati.
Allora almeno un
colpevole in questa vicenda lo abbiamo invece: è stato lo Stato!
GIACOMO KATANGA
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