Lettera di Davide Rosci a 5 mesi dall'arresto per i fatti del 15 ottobre
UN PENSIERO PER TUTTE/I:
lL 15 ottobre del
2011 eravamo tanti a Roma ed eravamo convinti che qualcosa si potesse
cambiare, eravamo determinati ed uniti nel chiedere un cambio di rotta
al mondo politico affinchè la crisi del sistema capitalista, che si
stava abbattendo su di noi, potesse essere arginata.
Quello che poi
successe lo sappiamo tutti e non devo essere io a commentarlo o
giustificarlo, ma tuttavia mi sento in dovere di dire a voi tutti che
l'obbiettivo che quel giorno le menti dello stato perseguivano, lo hanno
raggiunto. Sono riusciti a spaventare il popolo, soffocare ogni voce di
protesta, isolare ogni dissidente e fare intorno ai movimenti terra
bruciata, e tutto questo per spalancare le porte a coloro che da lì a
neanche un anno di distanza, si sono resi i protagonisti indiscussi del
più grande attacco ai diritti dei lavoratori ed i più grandi attori di
una squallida stagione politica fatta di tagli, austerità e speculazioni
finanziarie.
Uno di quelli che
forse maggiormente ha subito l'ira cieca di questo stato sono io che,
insieme ad altri compagni e compagne, si trova a scontare da cinque mesi
precisi gli arresti domiciliari con l'accusa di devastazione e
saccheggio (legge fascista!), per degli scontri di piazza architettati e
voluti dalle forze del disordine.
Non sono con
questa lettera a commiserarmi o chiedere di essere liberato, sappiano
loro signori che quello che sto subendo mi dà come contrapasso forza e
determinazione, ma a chiedere, con il cuore in mano, a tutti voi di
riorganizzarvi nel più breve tempo possibile e in ogni parte d'Italia
perchè è giunta l'ora di dire basta.
Basta piangersi
addosso ed aspettare che dal cielo arrivi qualcuno a lottare per noi,
basta sfogare la rabbia sui social network, basta vivere
nell'indifferenza assoluta e attendere che tutto migliorerà come per
magia.
Dicono che questo
autunno sarà caldo, io me lo auguro perchè veramente non c'è più tempo
da perdere dietro a questi tecnici, amministratori di passaggio nelle
mani della BCE, pronti a compiere riforme inique e restrittive pur di
calmierare il famoso spread ed i mercati finanziari, a vantaggio di una
piccola elite di lobbisti e speculatori di borsa e il tutto a danno di
noi cittadini.
E accade che
mentre loro compiano una vera e propria macelleria sociale, piangendo
lacrime di coccodrillo, essi si permettano anche di prenderci in giro
dicendo che questi sacrifici ci faranno uscire dalla crisi, ma di fatto i
loro provvedimenti non stanno portando ad alcun risultato, visto che
gli indicatori economici sono tutti negativi.
Questo non lo dico io, ma i fatti!
La disoccupazione
è aumentata, quella giovanile è ai massimi storici, i consumi delle
famiglie sono peggiori di quelli del dopo guerra, milioni di persone
sono al limite della soglia di povertà, un numero impressionante di
nuclei campa solo con l'assegno della cassa integrazione, padri e madri
sono costretti a bussare ai centri di assistenza per dare da mangiare ai
propri figli, intere famiglie hanno dovuto rinunciare alla tanto attesa
vacanza e godersi il meritato riposo per poter pagare la rata dell'IMU
e, nonostante io sia convintamente comunista, mi sento di prendere
posizione anche a favore di quelle migliaia di piccoli imprenditori e
artigiani, che si trovano costretti a chiudere i battenti perchè
strozzati dalle tasse e da un sistema bancario marcio che impiega i
soldi ricevuti a tasso agevolato dalla BCE per l'acquisto speculativo di
titoli di stato più remunerativi e sicuri. E' una vergogna!
Non riesco a
capire cosa possa ulteriormente accadere per svegliare le coscienze di
ognuno di noi e quindi con queste righe sono a chiedere alle persone di
buona volontà,della parte sana di sindacato e partiti, quelli che ancora
hanno sangue nelle vene, quelli che ancora si ricordano cosa significhi
la parola uguaglianza e lotta al capitalismo e in generale a tutti voi,
di aprire da domani una discussione seria e costruttiva, per creare
insieme una piattaforma in grado di raccogliere e ascoltare le esigenze
della popolazione, che sappia opporsi con forza alle politiche
neoliberiste e sopratutto che riesca a portare di nuovo le persone in
piazza.
A questo
proposito propongo di fare come in Canada (Quebec) e scendere nelle
piazze a cadenze mensili, magari ruotando di regione in regione, per far
sentire il fiato sul collo a costoro, affinchè le loro scelte politiche
siano indirizzate alla soddisfazione dei bisogni di tutti e non delle
esigenze di pochi.
E' arrivata l'ora
di essere uomini e fare quello che i nostri nonni e i nostri genitori
hanno fatto per noi immaginando un futuro migliore. E' ora di lottare
per noi e per ricostruire un paese dove poter crescere e avere fiducia
in un futuro migliore.
Che la crisi diventi rivoluzione.
Scusate se mi sono dilungato, ma non riesco a condividere questo stato di rassegnazione e restare a casa in silenzio.
Un abbraccio a tutte/i
Davide
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