Ero in Grecia, ad Atene, quando SYRIZA trionfando alle
elezioni diffuse una speranza in tutta Europa. Tornando in Italia fui uno di
quei “portatori sani” di entusiasmo, per così dire; testimone di un’esperienza
che aveva molto da istruirci sulla fase politica attuale e sulle soluzioni “per
un’uscita a sinistra dalla crisi”, come si suol dire, e che io volevo
raccontare lucidamente trasmettendo sì fiducia, ma senza faciloneria.
Appena tornato in patria però, mi sono subito accorto dell’anomala differenza
di prospettive che si aveva sui medesimi fenomeni: per esempio qui non si
parlava altro che di Tsipras, mentre in Grecia l’attenzione era tutta per
SYRIZA, rivolta al movimento in sé e non tanto alla leadership. “Alexis è uno
dei tanti”, ci facevano capire i compagni greci, che hanno costruito negli anni
attraverso le lotte e le pratiche questa nuova realtà, e non l’uomo della Provvidenza,
come vuole sembrare Renzi in Italia; tant’è che il duce fiorentino non ha perso
tempo e subito ci ha tenuto a mostrarsi agli occhi dei suoi sudditi come l’omologo
italiano del neoeletto premier greco. Ed ecco che davanti agli occhi mi scorre
in breve tutta la storia della nostra nazione, dalla sua fondazione a oggi,
fatta più che altro (o per lo meno così è raccontata sui libri) di personaggi
straordinari che hanno rivestito il ruolo di protagonisti; come se l’unificazione
(la conquista), la rivoluzione (la dittatura), la Liberazione (la rivoluzione)
e infine la democrazia (un’altra dittatura) fossero state merito di quegli
unici artefici degni di essere ricordati con una lastra di marmo e qualche via
qua e là sparse per le città italiane. Come se la storia la facesse l’Uomo e
non gli uomini (e le donne!) che nelle condizioni in cui erano hanno vissuto, patito,
desiderato, combattuto, perché questi sono gli esseri umani è questa è la
società fin qui conosciuta. Siamo sempre quel paese clericale, egemonizzato
dalla cultura cattolica, che crede nei martiri e nei cristi mandati dalla
Provvidenza a salvare un mondo di peccatori, per mezzo dell’intercessione
divina!
Ecco, cosa ci vorrebbe per ricostruire la Sinistra in Italia:
una manna dal cielo e un segno del Destino per capire qual è la strada da
seguire! Solo che questa gente della Sinistra, confusa e devota a un tempo,
accecata dal culto dei santi, attaccata alle icone del passato, spesso pretende
di rifarsi ad un'altra cultura, ad un'altra storia.
Così il motto diventa: “Addà venì Baffone!”. Civati,
Vendola, Landini, Tsipras, Stalin, Mao, Fidel e chi più ne ha più ne metta. Il
punto è che ci vorrebbe sempre uno come uno di loro, a raccogliere le sorti di
una realtà decadente e guidarla all’ascesi verso nuovi orizzonti, che vedano
venire alla luce un movimento, partito, o che ne so, della sinistra italiana!
Ma che poi… Qual è questa presunta “sinistra”? Che vuol dire
essere di “sinistra”? Partiti, partitini, partitucoli, satelliti, meteore della
scena politica; movimenti (della bile); attivisti (e passivisti per parità);
comuni… “cittadini”? Chi sono questi?! Che razza di gente è questa?! E
soprattutto… Che diavolo ha in testa?!
Ci siamo mai fermati, almeno nell’ultimo decennio, almeno per un istante, a chiederci: qual è l’attuale fase storica e qual è il nostro ruolo… di comunisti?
Ci siamo mai fermati, almeno nell’ultimo decennio, almeno per un istante, a chiederci: qual è l’attuale fase storica e qual è il nostro ruolo… di comunisti?
Eh sì, perché la Sinistra non la fai senza i comunisti! Senza
i comunisti puoi fare la Democrazia Cristiana; tanto la storia è la stessa di
prima! Puoi fare il chierichetto dentro al partito-nazione, per poi pretendere
di uscirne pulito quando sei stufo di impastare le ostie e non ti fanno bere
neanche un goccio di vino, ma puzzi ancora di incenso; stracciarsi la tonaca
non serve: non è che ancora ti ricrescono i capelli in cima e già lanci un
nuovo soggetto politico alternativo alle logiche che fino a ieri hanno “penetrato”
il tuo spirito – e soltanto quello, se ti è andata bene.
I comunisti sono essenziali per fare proseliti pure negli oratòri, ma soprattutto per le strade, tra i figli di operai e le puttane, i cani randagi e i barboni! Essi intuiscono la realtà; la interpretano, la organizzano, e la rendono percepibile dalla classe sociale di cui sono espressione, trasformandola in una macchina da guerra contro l’ingiustizia del capitale, contro il furto della proprietà privata.
I comunisti sono essenziali per fare proseliti pure negli oratòri, ma soprattutto per le strade, tra i figli di operai e le puttane, i cani randagi e i barboni! Essi intuiscono la realtà; la interpretano, la organizzano, e la rendono percepibile dalla classe sociale di cui sono espressione, trasformandola in una macchina da guerra contro l’ingiustizia del capitale, contro il furto della proprietà privata.
Ebbene qualunque realtà che ambisca a rappresentare gli
interessi economici e sociali dei più deboli, per quanto grande la si possa
pensare, non ha senso chiamarla “Sinistra” se non sono i comunisti, quella sua
parte infinitesimale, a determinarne in maniera decisiva gli orientamenti! Per
questo abbiamo bisogno di studiare e applicarci per diventare ovunque egemoni.
Per questo abbiamo bisogno di un partito che sia espressione della nostra
attività e che la regoli e la disciplini, massimizzandone l’efficacia! Per
questo abbiamo bisogno di ridiscutere noi stessi e le identità senza sosta!
Davvero abbiamo bisogno di questo, e non di una comunità di
genuflessi, a fare l’elemosina col cappello in mano ripetendo parole vuote, per
ingraziarsi il fantoccio di turno, a sperare che la Verità ci pervada dall’alto
e magari ci mandi… l’ennesimo messia!
GIACOMO KATANGA