martedì 29 aprile 2014

Vergogna alla manifestazione del 25 aprile, aggrediti i palestinesi di : Reti di solidarietà con il popolo palestinese


Il corteo ufficiale per il 25 Aprile a Roma, è stato oggi testimone di un episodio gravissimo.
La delegazione palestinese e le reti solidali con la Palestina si stavano concentrando al Colosseo per partecipare come tutti gli anni alle manifestazioni che celebrano la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo. Ma i palestinesi e gli attivisti sono stati aggrediti da una quarantina di squadristi della comunità ebraica romana, non nuovi ad episodi di aggressione come questa. Si è scatenato un corpo a corpo impari, da una parte giovani palestrati tra i 25 e i 40 anni, dall’altra donne, mannifestanti anche di una certà età, attivisti.
Ad aggravare le cose è stato l’atteggiamento delle forze di polizia che si sono schierate in mezzo – ovviamente rivolte contro gli aggrediti e non contro gli aggressori. Questo fatto ha consentito agli squadristi di agire a proprio piacimento, con incursioni che – passando in mezzo alla fila degli agenti - prelevavano gli attivisti filopalestinesi e li trascinavano tra le loro file per essere pestati.
A quel punto l’Anpi ha fatto partire lo stesso il corteo – con lo striscione e la bandiera israeliana ben visibile e “scortata” dai gorilla della comunità – ed ha fatto sì che la polizia tenesse fuori e bloccato lo spezzone con le bandiere palestinesi.
Diversi gruppi di manifestanti – esponenti del Pdci, Prc, Pcl e altri – sono rimasti per solidarietà insieme allo spezzone palestinese. Lo stesso ha fatto un circolo dell’Anpi (quello universitario dedicato a Walter Rossi).
Eppure dieci giorni fa c’era stato proprio un incontro tra i palestinesi, le reti solidali e l’Anpi per concordare la partecipazione al corteo della Liberazione. Evidentemente nelle manifestazioni che celebrano la Resistenza e la Liberazione si è preferito avere nel corteo la bandiera dell’oppressione (quella dello Stato di Israele e non solo quella della brigata Ebraica che ha invece titolo per essere nella manifestazione) ma non quella di una lotta popolare di Liberazione (quelle palestinesi).
Ma lo spezzone con le bandiere palestinesi è arrivato comunque a Porta San Paolo ed è diventato uno spezzone numerosissimo e partecipato. Le intimidazioni evidentemente non hanno funzionato.
Oggi è stata una vergogna per la giornata del 25 aprile, una vergogna anche per l’Anpi. Un nuovo episodio da aggiungere al lungo dossier sull’impunità da parte di polizia e magistratura di cui gode lo squadrismo nella città di Roma.

domenica 20 aprile 2014

Il figlio di Ariel Sharon: “Bisogna radere al suolo Gaza come a Hiroshima e decimare la sua popolazione”


Tra gli ultimi esempi terribili di incitamento allo sterminio di massa da parte di figure pubbliche israeliane, Gilad Sharon, figlio dell’ex primo ministro e famigerato criminale di guerra Ariel Sharon, ha chiesto all’esercito di “radere al suolo” Gaza, come gli Stati Uniti fecero con la bomba atomica nella città giapponese di Hiroshima nel 1945 .
“Il popolo di Gaza non è innocente, perché ha eletto Hamas. Gli abitanti di Gaza non sono ostaggi; hanno fatto quella scelta liberamente, e devono subirne le conseguenze”, ha scritto Sharon nel giornale estremista The Jerusalem Post.
Sharon continua :
Dobbiamo radere al suolo tutti quartieri di Gaza. Distruggere tutta Gaza. Gli americani non si fermano a Hiroshima – i giapponesi non si stavano ritirando abbastanza velocemente e quindi colpirono anche  Nagasaki.
Non dovrebbe esserci ne elettricità, ne benzina, e nemmeno auto  a Gaza, nulla. A quel punto, allora saranno costretti a chiedere il cessate il fuoco.
Se questo accadesse, certo, le immagini da Gaza sarebbero sgradevoli – ma la vittoria sarebbe rapida, e le vite dei nostri soldati e dei nostri civili risparmiati.”
Sharon ha aggiunto: “Vie di mezzo non ce ne sono – o sono gli abitanti di Gaza e le loro infrastrutture a pagare il  prezzo dovuto, oppure noi rioccuperemo la striscia”
Domenica sera, dopo cinque giorni di attacchi aerei israeliani su Gaza, più di 70 palestinesi, la metà dei quali civili, sono stati uccisi da centinaia di attacchi aerei israeliani.
“Al diavolo Goldstone “
Nel frattempo, in un messaggio ai soldati , il membro della Knesset Michael Ben-Ari del partito di estrema destra Unione Nazionale, ha esortato i soldati a uccidere senza pietà o giudizio.
“Fratelli! Soldati e leader amati – Risparmiate le vostre vite! Che Goldstone vada all’inferno! Non ci sono innocenti a Gaza, non lasciamo alcun diplomatico mettere a repentaglio la vostra vita, loro non ne hanno alcuna considerazione – Decimateli!”
ha detto Ben-Ari , le cui osservazioni sono state riportate dal sito Hakol Hayehudi.
Ben-Ari fa riferimento alla relazione Goldstone commissionato dalle Nazioni Unite che parla di crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante l’invasione di Gaza del 2008-2009, e che ha causato più di 1.400 vittime palestinesi, la maggior parte delle quali dei civili.
“E ‘ il sorriso vivo e sorridente che proprio non vogliamo – non ci sono uomini giusti lì, trasformiamo Gaza in rovine. Dipingetela di rosso! Noi siamo preoccupati per voi, e contiamo su di voi. Tutte la nazione di Israele conta su di voi”, ha detto Ben – Ari.
L’espressione “Nazioni di Israele ” è riferita a tutti i membri della religione ebraica, e non i cittadini dello Stato di Israele, ha osservato Dena Shunra, che ha tradotto i commenti di Ben- Ari.
Ben-Ari è anche noto per il suo incitamento all’odio contro gli africani e contro  i cristiani. Lo scorso luglio, ha strappato una copia del Nuovo Testamento, descrivendola come “abominevole” gettandola nel cestino.
Qui altri esempi di incitamento alla violenza da parte di personaggi pubblici israeliani, come per esempio il rabbino eminente che dice che l’esercito israeliano “Deve imparare dai siriani come uccidere il nemico.
Tutti questi incentivi fiscali saranno senza dubbio deliziati che durante l’assalto sanguinoso attacco israeliano (finora), 11 palestinesi, tutti membri della stessa famiglia – tra cui quattro bambini e una moglie di 81 anni – sono stati uccisi Domenica da una bomba israeliana che rase al suolo la loro casa.

Fonte: fr.sott.net 18 nov. 2012
Traduzione a cura di Informare Per Resistere

venerdì 18 aprile 2014

La guerra del governo Renzi contro poveri e precari


Questa mattina la città di Roma, quella che resiste all'impoverimento e alle politiche di austerity, si è svegliata con una situazione surreale. Avevamo già avuto il sentore durante la scorsa settimana di un cambio di passo rispetto alla gestione dell'emergenza sociale in questa città, che possiamo considerare estendibile a tutto il territorio nazionale, ma oggi ne abbiamo la conferma definitiva.
Lunedì scorso abbiamo assistito agli sgomberi coatti nel silenzio della politica e la manifestazione del 12 ha visto dispiegare in piazza ingenti forze di polizia che hanno caricato il corteo in discesa fino all'imbocco di via del Tritone. Sono palesi dalle immagini e dai video pubblicati da giornali e attivisti, quanto sia spropositata la violenza messa in campo e nonostante tutto non c'è nessuna remora a perpetuarla nuovamente.
I tagli, le privatizzazioni, le speculazioni edilizie ed il saccheggio dei territori, la precarizzazione totale del lavoro e della vita che il governo Renzi ci sta imponendo, vengono difesi, senza nessuna mediazione, esclusivamente attraverso l'uso della forza. Ogni possibilità di risposta ai problemi sociali viene consegnata, quindi, nelle mani dell'ordine pubblico. Oggi ne abbiamo avuta l'ennesima riprova. Il presidio di solidarietà chiamato in difesa dell'occupazione di via della Montagnola è stato pesantemente caricato perchè sosteneva gli e le occupanti che avevano deciso di riprendersi la propria dignità. La polizia ha fatto decine di feriti: teste aperte e braccia rotte. La piazza meticcia di questa mattina ha subito di nuovo l'ottusità e l'arroganza di un governo che impone l'austerity senza se e senza ma. Complici anche dei governi locali che sembrano, di fronte a tutto questo, incapaci, subalterni.
Lo stesso piano casa nell'art.5 lancia esattamente lo stesso messaggio. Gli enti locali non possono allontanarsi dalle decisioni centrali e le risorse pubbliche tanto quanto le politiche sociali possono essere destinate solo agli interessi delle banche, della speculazione e dei costruttori. Il tavolo che era stato convocato per oggi presso il municipio VIII, con la presenza dei capigruppo di maggioranza del comune di roma che avrebbero dovuto discutere dell'emergenza abitativa che imperversa in questo territorio, è stato scavalcato dalla stessa questura che ha eseguito le direttive date: non permettere che le occupazioni si riproducano ancora, alimentando quelle lotte sociali che dal basso e nell'autorganizzazione, appagano i bisogni di migliaia di persone.
Questo governo crede davvero di prenderci in giro con il miraggio di 80 euro al mese in più in busta paga (per pochi), quando è chiaro, da queste ultime settimane, dai provvedimenti come il jobs act e il piano casa di Lupi, che la ricetta messa in campo è sempre la stessa: esigere dalle persone che sono già colpite dall'austerity ulteriori ed impensabili sacrifici.
Allo stesso modo questa mattina davanti il carcere di Regina Coeli ci siamo trovati lo schieramento di due reparti celere per un semplice presidio di solidarietà. L'interrogatorio di garanzia è durato circa sette ore durante le quali centinaia di persone chiedevano la scarcerazione dei quattro compagni che sono stati fermati durante il corteo del 12 Aprile. Il giudice, in continuità con la logica che i problemi si gestiscono come una questione di ordine pubblico, si è invece appiattito sulle richieste del PM e sui verbali della questura e senza nessuna prova ha convalidato la misura cautelare dell'arresto con detenzione domiciliare. Matteo, Simon, Ugo e Lorenzo sono accusati di resistenza pluriaggravata e lesioni, nonostante le immagini dimostrino il contrario ovvero la brutalità della polizia.
Sembra di essere piombati in una situazione “cilena” e crediamo che sia necessario mettere in campo una risposta decisa, concreta e di massa. Non possiamo permettere che la narrazione di quello che ci succede sia rinchiusa esclusivamente all'interno delle pagine dei giornali e dei media mainstream.
Dobbiamo mettere al centro il problema della casa come problema che coinvolge ormai l'intera città di Roma ed il paese. Rispondere a questa guerra contro i poveri ed i precari lottando ancora più forte. La lotta per la casa, che dopo il 19 si è propagata in tutto il territorio nazionale, rappresenta oggi una possibilità, uno spazio di trasformazione e riappropriazione dei nostri diritti e delle nostre vite. Per questo va difeso e rilanciato da tutti, collettivamente. Sempre più persone devono aggregarsi alle lotte dei movimenti, occupare per liberare spazi e tempi utili alla liberazione della propria vita, non sottostare alla precarietà, resistere alla devastazione del proprio territorio.
Per questo motivo quello che succede attraverso gli sgomberi e le cariche di piazza non può essere solo un problema dei movimenti di lotta per la casa ma di tutte quelle persone che non vogliono più pagare i costi della politica, delle decisioni imposte dall'Europa e dalla troika, il prezzo di un modello di sviluppo che per ristrutturarsi ha bisogno di nuovi giri di vite.

Il corteo di domani che partirà alle ore 17.30 da piazza Fabrizio De Andrè nel quartiere della Magliana, già lanciato nelle scorse settimane, sarà il primo momento pubblico con il quale si risponderà alle giornate appena trascorse, alle violenze della polizia, agli sgomberi e gli sfratti, all'arroganza di chi ci governa.
Convinti che in questo paese i diritti si conquistano a spinta ci vediamo nelle piazze per strappare ancora una volta la vita che vogliamo, qui e ora!


giovedì 17 aprile 2014

Punto Zero: Figli del nulla

Punto Zero: Figli del nulla: Figli del nulla Tra una violenza e l'altra, tra una ragazza calpestata e un ragazzo picchiato, tra cariche e dispositivi antiterroris...

Figli del nulla


Figli del nulla

Tra una violenza e l'altra, tra una ragazza calpestata e un ragazzo picchiato, tra cariche e dispositivi antiterrorismo, sono riusciti nell'ambizioso progetto di non focalizzare il tema della manifestazione. I giornali riempiono le pagine con immagini di guerriglia, dove i picchiatori sono da una parte sola, gli altri non avevano nemmeno le fionde. Quelli non armati gridavano il dissenso degli inquilini senza reddito, il diritto ad avere una casa, il diritto di vivere dignitosamente. La polizia italiana ha risposto vigliaccamente, senza remora, senza porsi problemi, come dei robot senz'anima, senza i requisiti necessari per indossare una divisa. Comandati da chi si difende accusando solo qualche agente insubordinato. Ho anche letto che qualche rappresentate politico si è congratulato con le forze dell'ordine, io spero di potermi congratulare al più presto con chi smetterà di subire, smetterà di vivere nella miseria e occuperà abitazioni su abitazioni. Questa è una guerra sociale, girarsi dall'altra parte significa esser stronzi, a prescindere, significa non essere in grado di valutare l'entità della disperazione, significa non appartenere alla razza umana. Questa volta dovremo lasciare alla porta le ideologie politiche, gli amuleti, le foto, le magliette del Che e quelle smielate chiacchiere sulla storia, praticamente disintossicarci dal perbenismo sopraffino e dimenticare le sterili accuse tra politici imbranati e altri corrotti. Tanto più i governi stringeranno le catene, tanto più l'onda della rivolta partirà in sordina, stiamo correndo in fretta verso uno scollamento epocale tra disperati e sopravvissuti, tra mercenari e ruffiani, tra figli dei figli e figli del nulla. Se non capirete oggi quel che sta succedendo, dovrete capirlo domani, ma ogni giorno passato sarà un giorno perso, Parecchi sperano di salvarsi con una pensione minima, con un misero stipendio pagato in ritardo, mentre la bolletta arriva puntuale come un dolore, come la smania di partire e abbandonare il vile scenario. Non potremo mai ambire a un'Italia senza bastardi, non potremo ambire a un palcoscenico mondiale senza potenti, possiamo, però, pretendere una giustizia sociale con un solo principio fondamentale, dignità per ogni essere umano. La repressione aiuta i ricchi ad accumulare e i poveri a morire!
Non sono ottimista, l'uomo sarà sempre il più ridicolo tra gli animali, l'unico in grado di inventare il capitalismo, l'unico capace di ostacolare il suo cammino con le bombe, l'uomo è una menzogna storica antipatica. Ogni uomo ha un prezzo, così come ogni donna, (giusto per le quote rosa), quindi, prima di parteggiare, assicuratevi di non essere tra i saldi di fine stagione o nelle aste fallimentari, la lista dei traditori del popolo è già al completo!
Ah, scusate non ho scritto di renzi, di berlusconi e di napolitano, non ho parlato del mondiale in Brasile e neanche di papa francesco, spero di non essere scomunicato per questo.


(Antonio Recanatini)

domenica 13 aprile 2014

VIOLENZA SQUADRISTA. LA RISPOSTA DI UN GOVERNO MAI ELETTO

Scenario da guerriglia quello di ieri a Roma, dove le forze dell’ordine hanno adoperato ben più che cariche di alleggerimento contro i manifestanti, scesi in piazza contro il “piano casa” del ministro Lupi e il Jobs-Act del governo Renzi. Siamo alle solite: anche stavolta siamo difronte al classico scenario italiano, dove movimenti per il diritto all’abitare, contro l’austerity, per i beni comuni, assieme a giovani, studenti e sindacati di base, vengono brutalmente violentati dalla reazione delle forze dell’ordine. Reazione mai proporzionata all’entità dell’aggressione (laddove si verifichi), ma sempre proporzionata al grado di rischio preliminare per il potere; così in maniera del tutto preventiva si soffoca la voce delle tante e dei tanti scesi in piazza a manifestare il proprio dissenso e a rivendicare i propri diritti, attutendo l’eco politico e mediatico che una manifestazione avrebbe se fosse condotta con le dinamiche che decine di migliaia di sfrattati, disoccupati, disperati hanno democraticamente scelto per dare la giusta voce alle loro sacrosante rivendicazioni, contro un governo che in maniera sempre più impopolare si comporta come una sorta di ‘Robin Hood al contrario’, che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Infatti il decreto Lupi, impropriamente e cinicamente definito “piano casa”, altro non fa che autorizzare gli sfratti ai danni di tutti coloro che in questi anni hanno occupato edifici abbandonati dallo stato per assicurarsi almeno un tetto sopra la testa; la norma infatti ha effetto retroattivo e mira sostanzialmente ad agevolare gli investimenti e le capitalizzazioni da parte dei privati. Allo stesso tempo, la mercificazione del lavoro e lo smantellamento delle garanzie sociali, vengono spacciati sotto le più gradevoli parole d’ordine di flessibilità e dinamismo, quando invece il Jobs-Act altro non fa che esasperare ulteriormente le difficili condizioni di lavoro e di vita di milioni di cittadini. Tutto questo già corrisponde ai diktat che le politiche neoliberiste, dall’alto della finanza agli strati più bassi della popolazione d’Europa e quindi d’Italia, impongono ai governi; ma non è abbastanza, perché la repressione di ogni dissenso è sì una prassi consolidata del capitalismo globale, ma è pure l’effetto di quella sottocultura bestiale che il fascismo ha particolarmente radicato in Italia; se poi ci si aggiunge un pizzico di demenzialità pura, figlia della televendita renziana, il caos brutale è assicurato. Ragazzine calpestate, vecchi randellati, decine di feriti da pestaggio: è l’effetto delle polizie che hanno rincorso e assalito senza giudizio i manifestanti che indietreggiavano verso i vicoli, dopo essere stati dispersi da subito a colpi di lacrimogeni; il tutto, a fronte di qualche lancio di bombe carta, fumogeni e carta igienica.
Difronte all’ingiustizia di un potere autodeterminatosi, senza passare per nessuna procedura elettiva, che determina una struttura statale fatiscente, egemonizzata dalla logica del monetarismo, garantita attraverso le leggi di un governo dispotico che non tutelano nessuno se non i grandi interessi privati, ogni cittadino che possa dirsi perlomeno civile dovrebbe lottare per cacciare i responsabili “con le mazze e con le pietre” come avrebbe detto un grande presidente, Sandro Pertini. Oggi la più grande espressione di civiltà, di responsabilità nei confronti del proprio paese e dei suoi abitanti, di interesse per il sociale e di giustizia, la danno proprio quelle associazioni di liberi cittadini, dai movimenti alle realtà organizzate, che lottano per quelle garanzie dignitarie che i nostri padri fondatori, come Sandro Pertini, pagarono con il sangue della resistenza. Ma quando il potere è incivile, irresponsabile, interessato e ingiusto, difronte all’onestà e alle ragioni di chi grida per i propri diritti si presenta armato di bastone. E sembra davvero allora che tutte quelle conquiste pagate a caro prezzo dai nostri avi partigiani, siano state ormai del tutto rimosse. Se in tutti questi anni non abbiamo imparato a tutelare l’uomo e i suoi diritti a costo di ogni deficit, non deve stupire che il debito con le banche valga più di esso; e non deve stupire che il governo se ne assicuri a suon di randello e cariche da parte delle forze dell’ordine, che hanno l’ordine di difendere con la forza un potere che di democratico non ha mai avuto niente, che nessuno ha mai voluto, e che quando questo è manifesto dà l’ordine di difendere i suoi palazzi con la forza.
Ci avviciniamo al 25 aprile. Lasciatemi dire che mai come in questi momenti si sente il bisogno di un’altra Resistenza.


Giacomo Katanga
Roma, degenera in guerriglia il corteo per la casa
Immagine da msn.com